[Iscritti] Riflessione pacata sul problema droghe
Mario Vaudano
vaudama a gmail.com
Sab 18 Set 2021 15:58:47 CEST
Droghe, le associazioni contro l'abolizione della "lieve entità"
La commissione giustizia della Camera valuta le proposte di legge per
riformare il testo sugli stupefacenti. I rappresentanti di Gruppo Abele,
Antigone, FederSerd e Forum Droghe bocciano la proposta di legge della Lega
incentrata sulla repressione. Approvata invece la coltivazione di poche
piante di cannabis per uso personale
[image: Andrea Giambartolomei]
Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera
<https://lavialibera.libera.it/it-autori-3-andrea_giambartolomei>
Aggiornato il giorno 16 settembre 2021
“Irrazionale”, “irragionevole”, troppo repressiva, incapace di perseguire
l’obiettivo di ridurre spaccio e consumi. Anche dannosa, affollerebbe le
carceri riducendo le possibilità di cura. È una bocciatura netta quella
espressa martedì 9 giugno 2020 0da Antigone, Federserd, Gruppo Abele e
Forum Droga, organizzazioni in prima linea sul tema della
tossicodipendenza, ascoltate dalla commissione giustizia della camera dei
deputati nell’ambito della valutazione della proposta di legge presentata
da Riccardo Molinari (Lega) per inasprire le pene “in materia di
produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o
psicotrope nei casi di lieve entità”. Dopo mesi di discussione, mercoledì 8
settembre 2021 la commissione ha approvato la proposta di legge che
permette la coltivazione domestica della cannabis (limitata a quattro
piantine femmine) e riduce le pene per la detenzione di lievi entità. Il
testo base è stato ha ottenuto i voti favorevoli di Pd, M5s, Leu e Più
Europa, quelli contrari del centrodestra e l'astensione di Italia Viva.
Ora dovrà passare il vaglio della camera e del senato. Intanto riscuote
grande successo la raccolta di firme per indire un referendum con cui
abrogare le pene detentive per i reati legati alla cannabis (eccetto
l'associazione a delinquere finalizzata al traffico) ed eliminare le
sanzioni amministrative per chi ne fa uso.
La proposta leghista
Tali reati, infatti, stanno assumendo dimensioni e caratteristiche sempre
più preoccupanti ed endemiche nel nostro PaeseRiccardo Molinari -
Capogruppo Lega alla Camera
Aggravare le pene per le ipotesi di lieve entità del delitto di produzione,
traffico e detenzione di stupefacenti
<https://lavialibera.libera.it/it-tag-18-droghe>, prevedendo anche l’arresto
obbligatorio per chi sia colto in flagranza di tale reato. Eliminare la
possibilità di scontare la condanna con modi alternativi al carcere.
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha presentato il 9
ottobre scorso una proposta di legge che modifica il comma cinque
dell’articolo 73 del Testo unico su sostanze stupefacenti o psicotrope (la
legge 309 del 1990), in soldoni la norma che punisce lo spaccio e la
detenzione ai fini di spaccio, e l’articolo 380 del codice di procedura
penale sull’arresto obbligatorio in flagranza di reato, cioè sull’obbligo
di arrestare una persona colta sul fatto, obbligo finora non previsto nei
casi di lieve entità. Su questo punto, a febbraio il ministro
dell'Interno Luciana
Lamorgese ha annunciato un intervento legislativo che prevede il carcere
per i recidivi.
*Gli italiani spendono in stupefacenti più di 15 miliardi di euro l'anno.
Il narcotraffico è il migliore affare per mafie italiane e straniere. A
questi temi è dedicato il secondo numero de lavialibera. Leggi l'editoriale
di Elena Ciccarello
<https://lavialibera.libera.it/it-schede-102-consumi_stupefacenti_la_presentazione_del_secondo_numero_de_lavialibera>*
“Tali reati, infatti, stanno assumendo dimensioni e caratteristiche sempre
più preoccupanti ed endemiche nel nostro Paese”, spiegava Molinari
nella relazione
introduttiva al suo testo
<http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.2160.18PDL0077810.pdf>.
Secondo il leghista, questo obiettivo verrebbe raggiunto aumentando le pene
minime e quelle massime previste dall’articolo 73 del testo unico per i
casi di “lieve entità”: il minimo passerebbe da sei mesi a tre anni e il
massimo dai quattro ai sei. In questo modo, di fatto, la scriminante della
“lieve entità” sarebbe applicata soltanto “a condotte relative a droghe
pesanti, diversamente da quanto accade attualmente”, è spiegato nella scheda
di documentazione del servizio studi della Camera
<http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/gi0116.pdf?_1591725009631>.
Chi spaccia eroina o cocaina, ad esempio, rischia una pena minima di sei
anni: se viene loro riconosciuta la "lieve entità" ne rischierebbe almeno
tre. Chi invece vende hashish o marijuana rischia una pena minima di due
anni, ma con la scriminante della “lieve entità” poteva ottenere sei mesi,
possibilità che verrebbe negata dalla proposta Molinari. “L’aumento del
minimo edittale per il fatto lieve - che passa dagli attuali sei mesi a tre
anni di reclusione - comporta l'impossibilità di riferire la fattispecie
alle droghe leggere che, nel minimo, prevedono due anni di reclusione”, si
spiega ancora nel documento. E così “se attualmente i fatti di lieve entità
relativi a droghe leggere possono comportare l'applicazione della pena
della reclusione per sei mesi, con la riforma proposta dall'A.C. 2160 (cioè
la proposta di Molinari, *ndr*) per tali sostanze la pena minima sale a due
anni di reclusione”.
La Lega chiede inoltre di abrogare il “trattamento di favore” (così lo
definisce Molinari) previsto nei casi in cui a commettere i reati siano
persone tossicodipendenti o che consumano droghe. Adesso, in caso di
condanna per un fatto di lieve entità, il tossicodipendente o l’assuntore
di stupefacenti possono ottenere, al posto di una pena detentiva, la
possibilità di svolgere un lavoro di pubblica utilità per espiare la
condanna.
I rilievi critici delle organizzazioni
Circa il 32% delle persone in carcere ha violato la legge sulle droghe. La
media europea è del 18 per cento. La nostra è una normativa molto
repressivaPatrizio
Gonnella - Presidente Antigone
“Il fenomeno delle droghe deve essere trattato con grande cautela, senza
ideologie, con estremo pragmatismo e con la capacità di considerare la
complessità del fenomeno”, ha premesso Patrizio Gonnella, presidente
dell’associazione Antigone che si batte “per i diritti e le garanzie del
sistema penale” (leggi l'articolo sul loro ultimo rapporto
<https://lavialibera.libera.it/it-schede-134-coronavirus_carcere_boss_scarcerazioni_sovraffollamento_antigone_trasparenza>).
Gonnella ha citato alcuni dati importanti per inquadrare la questione:
“Circa il 32 per cento delle persone nelle nostre carceri è lì per aver
violato la legge sulle droghe. A chi dice che la nostra legislazione è
lassista, io dico che la media europea è del 18 per cento. La nostra è una
normativa già produttrice di carcere e in particolar modo repressiva.
Abbiamo già pene significativamente alte”. Negli istituti penitenziari
italiani, inoltre, i tossicodipendenti sono circa il 28 per cento. Per
tutte queste ragioni Antigone è contraria alla proposta di legge di
Molinari: “Non la condividiamo per nulla. La filosofia di fondo di questa
proposta va nella direzione di una maggiore repressione e di una maggiore
carcerazione. Ogni volta che si incide sulla legge sulle tossicodipendenze
noi abbiamo flussi di ingresso nelle carceri che producono quel tasso di
affollamento che diventa sempre più difficile da gestire con costi sociali,
sanitari ed economici enormi”. La proposta “è irrazionale, introduce una
grave violazione al principio di proporzionalità”. E lo è anche perché “la
Cassazione suggerisce che bisogna evitare di mischiare i mercati delle
droghe leggere e delle droghe pesanti, per evitare che i nostri ragazzi
vadano nello stesso mercato”.
*Le proteste nelle carceri all'inizio dell'emergenza coronavirus hanno
riportato alla ribalta un vecchio problema del sistema penitenziario: il
sovraffollamento *
<https://lavialibera.libera.it/it-schede-58-coronavirus_proteste_carceri_sovraffollamento>
“Nei Sert (i servizi per le tossicodipendenze delle Asl, *ndr*)
abbiamo un notevole
aumento di utenti con problemi di giustizia che richiedono programmi
specifici all’interno del carcere o l’esecuzione penale esterna”, ha
sottolineato Guido Faillace, presidente della Federazione italiana degli
operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze (Federserd),
secondo il quale “le proposte di legge non possono portare a nessun
risultato concreto”. Federserd ritiene che ci sia bisogno di un cambiamento
radicale del Testo unico sugli stupefacenti, in vigore dal 1990: “Dopo
trent’anni sono modificati molti aspetti e molte abitudini e si è abbassata
l’età d’uso delle sostanze”. E per aggiornare il testo bisognerebbe anche
convocare ogni tre anni – come impone la legge – la conferenza nazionale
“per avere indicazioni per quanto possibile sulla modifica legislativa in
merito alle droghe”.
Sulla riforma complessiva della legge e la necessità di convocare una
conferenza nazionale concorda Barbara La Russa, responsabile del settore
accoglienza del Gruppo Abele. I dati delle carceri, secondo Barbara La
Russa, “evidenziano che la vera emergenza è l’elevato numero di persone
detenute nelle carceri italiane per una legge molto punitiva e che invece
dovrebbero essere curate nel circuito dei servizi di cura. Viene colpito il
consumatore, mentre i rappresentanti della criminalità organizzata
rappresentano una minoranza”, ha detto ricordando il fatto che su circa
60mila detenuti alla fine del 2019, quasi 15mila erano persone accusate o
condannate per l’articolo 73, cinquemila per il concorso in associazione
nel traffico e 840 per associazione finalizzata al traffico. Il focus
andrebbe posto su altre emergenze criminali, tra cui “il contrasto alle
droghe pesanti”, mentre “la persona tossicodipendente andrebbe indirizzata
verso un sistema di cura che tuteli il diritto alla salute e non
ulteriormente punita”. La misura alternativa alla pena “va salvaguardata
per le persone con problemi di tossicodipendenza, anzi è auspicata
un’estensione delle possibilità di accesso e non una restrizione”.
“Irragionevole”. Così Hassan Bassi, segretario nazionale, di Forum droghe,
bolla la proposta leghista: “Creerebbe una situazione di sovraccarico per
le forze dell’ordine e i dipendenti del sistema penitenziario, che già non
vivono in una situazione facile”. Inoltre “questa modalità di approccio
potrebbe non raggiungere gli obiettivi della premessa della proposta di
Molinari, diminuire lo spaccio e il consumo”. Bassi fa emergere un aspetto
sull’applicazione della “lieve entità”: “Dai nostri studi spesso è negata
nei fatti per persone che, portate in carcere, quando viene loro
riconosciuta la lieve entità del loro reato, non possono ottenere una
custodia fuori dal carcere. Sono persone ai margini che hanno difficoltà ad
avere un domicilio adeguato e una volta entrati nel sistema carcerario
hanno difficoltà a uscirne”. L’indifferenziazione tra droghe pesanti e
leggere avrebbe anche ricadute sul mercato: il piccolo spacciatore
preferirebbe vendere quelle pesanti, a questo punto più remunerative,
“andando a creare un fenomeno di commistione tra due mercati di sostanze
diverse e impedisce alle forze di polizia di individuare il mercato di
sostanze più dannose”.
*"Al cervello non frega nulla se una droga è legale o
no", sostiene Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, associazione
nazionale per le dipendenze
<https://lavialibera.libera.it/it-schede-86-droga_intervista_massimo_barra>*
La depenalizzazione della coltivazione proposta da Magi e altri
Alternativa a quella proposta da Molinari è la proposta di legge di Riccardo
Magi
<http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.865.18PDL0032220.pdf>,
esponente radicale eletto con +Europa, sulla depenalizzazione e sulle
misure alternative. Secondo Gonnella, l’iniziativa di Magi “si muove in una
direzione più coerente”: “Non si tratta di essere simpatetici o empatici,
ma pragmatici. Ogni qual volta che si legifera con la morale, si combinano
disastri e non si guarda alle necessità vere, che sono sanitarie,
educative”. Per Barbara La Russa “risulta più in linea coi principi
costituzionali e più attenta alla situazione carceraria attuale”. Sulla
depenalizzazione della coltivazione di piante di cannabis per uso personale
“la Cassazione si è già espressa favorevolmente – ha aggiunto –: non
costituisce reato la coltivazione svolta di minime svolte in forma
domestica, attività di coltivazione con rudimentali tecniche, scarso numero
di piante e un modesto quantitativo di prodotto destinato all’uso personale
del coltivatore”.
A questa proposta, nel marzo 2021 si è aggiunta anche quella firmata
da Caterina
Licatini e altri deputati del Movimento 5 Stelle con l'obiettivo di
"scoraggiare il ricorso al mercato illegale e alle mafie e di contrastare i
pregiudizi connessi all’assunzione di tale sostanza": "Quando l’attività di
coltivazione della cannabis non sia concretamente idonea né sufficiente a
ledere il bene giuridico della salute pubblica né a favorire la
circolazione della droga alimentandone il mercato, non può risultare
configurabile il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti,
costituendo tale attività una condotta inoffensiva, in linea con quanto
affermato dalla recente giurisprudenza, consolidatasi negli ultimi anni e
confermata recentemente dalle sezioni unite della Corte di cassazione con
la sentenza n. 12348 del 16 aprile 2020", premettevano i proponenti. Il
loro obiettivo è inserire nel testo unico l'articolo 75-ter:
In caso di attività di coltivazione di cannabis di minime dimensioni,
svolte in forma domestica e che per le rudimentali tecniche utilizzate, per
lo scarso numero di piante, per il modesto quantitativo di prodotto
ricavabile e per la mancanza di ulteriori circostanze dell’azione che ne
indichino l’immissione nel mercato delle sostanze stupefacenti appaiono
destinate in via esclusiva ad un uso personale del coltivatore, non si
applicano le disposizioni degli articoli 73 e 75
Si tratta dell'articolo che punisce detenzione e spaccio e quello che
stabilisce sanzioni amministrative, come la sospensione temporanea della
patente o del passaporto, per chi fa uso di droghe.
Dalla sintesi delle proposte si è arrivati al testo base approvato l'8
settembre 2021 che dovrà passare in parlamento.
Anche in emergenza raccontiamo chi fa meno notizia. Aiutaci a offrire
un'informazione di qualità, sostieni lavialibera
<https://lavialibera.libera.it/it-iscrizione>
[image: scheda]La rivista
Mario Vaudano
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.magistraturademocratica.it/pipermail/iscritti_magistraturademocratica.it/attachments/20210918/4f73c1ae/attachment.html>
Maggiori informazioni sulla lista
Iscritti