Lettera aperta alle associazioni forensi e ai sindacati del pubblico impiego

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La giustizia è abbandonata e mortificata dalla mancanza di strutture e di progetti.
Mentre vengono sbandierate proposte palingenetiche di riforma, o meglio di controriforma, che toccano tutti i settori della giustizia ( ordinamento giudiziario, processo penale, processo civile, tribunale dei minori) la gestione del quotidiano della giustizia è sempre pi ansimante a fronte del taglio delle risorse e dell’abbandono di qualsiasi idea concreta di rinnovamento.
Sono i fatti a parlare.
La finanziaria ha diminuito i fondi destinati alla giustizia del 10 %. Le assunzioni del personale amministrativo sono bloccate. La riqualificazione professionale è ferma. L’aumento di organico di 1000 magistrati previsto da una legge del 2001 è stato ( per due dei tre concorsi previsti) rinviato di un anno. Mancano i soldi per la stessa gestione ordinaria degli uffici. I progetti di innovazione, il futuro per la giustizia italiana, sono bloccati. Mancano fondi per l’informatica, il processo telematico è stato lasciato alla fase di sperimentazione, la possibilità di usare le nuove tecnologie (anche per realizzazioni elementari quali le notifiche) non viene coltivata. L’idea di un ufficio che affianchi il giudice per curare le attività esecutive e consentirgli di concentrarsi nell’attività giurisdizionale in senso proprio è abbandonata. Lo stesso progetto per individuare indicatori di efficienza degli uffici giudiziari, tanto enfatizzato all’inizio, su cui hanno lavorato anche società esterne e consulenti e già approdato ad un’intesa con il C.S.M., non è neppure passato alla fase di sperimentazione.
La prospettiva è drammatica: a breve cresceranno le scoperture di organico sia tra i magistrati, sia ancor di pi tra il personale amministrativo ( già oggi nella sola Organizzazione Giudiziaria vi sono 6520 unità in meno e vi sono uffici con carenze che toccano picchi del 30 %) e crescerà conseguentemente la demotivazione senza nessuna reale prospettiva di ripresa e di progresso.
Crediamo sia dovere di tutti gli operatori della giustizia denunciare una tale situazione di dissesto ed una realtà quotidiana condannata all’ inefficienza.
Ma a fianco della denuncia vogliamo anche affiancare alcune proposte minime sui piani (assolutamente prioritari) delle risorse e dei progetti di innovazione.
Occorrono subito investimenti adeguati e mirati che consentano il potenziamento delle risorse umane e strutturali destinate alla giustizia; e occorrono progetti innovativi che consentano la qualificazione e formazione permanente di tutti gli operatori, che verifichino l’efficienza degli uffici giudiziari esportando le esperienze virtuose, che puntino sul processo telematico, che introducano nuove tecnologie (si pensi alle potenzialità del collegamento in rete, delle notifiche utilizzando strumenti di posta elettronica e simili).
Premessa indispensabile di tutto è, in ogni caso, un monitoraggio che consenta di verificare i reali carichi e le reali capacità di esaurimento degli uffici giudiziari nei diversi settori, che accerti l’impatto delle riforme realizzate e studi gli effetti delle possibili modifiche, abbandonando i progetti settoriali ed estemporanei e ponendo le basi per cambiamenti ponderati e condivisi.

Sappiamo che tra di noi su singoli punti vi sono divergenze, anche di notevole rilievo, ma crediamo vi sia un comune sentire intorno all’obiettivo di assicurare ai cittadini una giustizia accettabile.
Ciò consente, anzi impone, un confronto da estendere progressivamente ai temi degli interventi a breve termine e delle riforme di medio periodo necessari per assicurare una giustizia efficiente.
Il contributo di chi vive quotidianamente i problemi della giustizia è essenziale. Non possiamo rinunciarvi.
Sperando in un vostro cenno di risposta e nella rapida organizzazione di momenti di incontro porgo cordiali saluti.

12 12 2002
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