Qualche proposta organizzativa

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Verso il congresso: qualche proposta organizzativa
di Ignazio Juan Patrone

Al Congresso di Palermo dovremo affrontare, oltre ai numerosi argomenti di fondo che riguardano la Costituzione e la giustizia, anche il tema del necessario rinnovamento delle forme dell'agire collettivo di Md.

I due piani, quello dei contenuti e quello delle forme, sono fra loro strettamente correlati. In questo senso siamo stati sollecitati, oltre che dal dibattito per il nostro 40.mo Anniversario, anche dal documento intitolato "donne e politica, un progetto comune", a firma Baccolini ed altre, inviato in lista da Rita Sanlorenzo con messaggio del 1 marzo, e dal documento a firma Minniti, Nardin, Ganassi, Mammone, Sottani, Mirenda, Albano, Montanaro e Messina distribuito il 3 marzo.

Di allargare il gruppo dirigente, al di là del nominalismo delle cariche statutarie, ne parliamo da tempo, è arrivato il tempo delle proposte concrete perch, come è stato scritto nel documento "donne e politica", cambiare i modi della politica potrebbe davvero giovare a tutti.
Lo stesso documento ha proposto un'altra ottica, chiedendo di "rovesciare il discorso, cominciare a parlare dei modi del fare politica, ".
Mi sono convinto che una migliore organizzazione degli organismi collegiali, la limitazione del numero degli incontri di persona, la rotazione dei luoghi di incontro per favorire anche chi vive "in periferia", la fissazione di date ed orari che consentano di non sacrificare troppo la vita personale, siano tutte indicazioni preziose, da sperimentare da subito nel dopo-Palermo.

Negli ultimi anni l'interminabile e convulsa vicenda della riforma-contro dell'OG ci ha tutti distolto da una riflessione pi pacata e condivisa su come è cambiata (ed ancora cambierà) non tanto e non solo "la magistratura", ma la stessa giurisdizione, che ormai è rimasta la sola funzione integralmente statale e non regionalizzata sottratta alle logiche bipolari e di spartizione politica; una giurisdizione che è chiamata dalla logica stessa dei fatti ad essere la sola garante dell'eguaglianza dei cittadini in una Repubblica che ha già assorbito elementi di un incerto e confuso federalismo, e che al tempo stesso vede l'esaltazione della sua funzione in un labirinto di fonti, da quelle comunitarie a quelle regionali, passando per quelle dello Stato, che non sono sempre di agevole ed immediata ricostruzione; ed ancora che deve riflettere su come perseguire l'obbiettivo di un livello accettabile del servizio-giustizia, senza però trasformarlo in una mera "fabbrica di sentenze" senz'anima e senza principi.

Per fare tutto questo dobbiamo avere una partecipazione pi ampia ed i vecchi moduli organizzativi non ci bastano pi. Come hanno scritto Minniti e gli altri, occorre "coniugare l'esigenza della difesa e della resistenza con quello dell'apertura e del rinnovamento". Credo con loro che Md debba assumere la sfida della sua organizzazione interna e della sua proiezione esterna come premessa indispensabile per continuare, nei prossimi 40 anni, a praticare la sua indispensabile eresia.

Molte cose sono mutate, ultimamente in modo assai rapido, da quando molti di noi sono entrati in magistratura;

(a) vi è una presenza femminile che impone a tutti (anche agli scettici, se non altro per la logica stringente dei numeri) di rivedere non solo le modalità di scelta dei dirigenti e dei candidati (le "quote"), ma il modo stesso di organizzare il lavoro comune; una presenza che, come ci ha ricordato Silvia Albano al CN, spesso reclama il riconoscimento non dell'eguaglianza, ma della diversità;

(b) vi è stata un'evidente trasformazione dei modi di comunicazione, nel gruppo e con l'esterno, determinato dal diffondersi delle mailing list cui sono iscritti, con allegra e spesso feconda contaminazione delle vecchie appartenenze correntizie, sia magistrati di orientamento associativo diverso da quello del gruppo che gestisce la lista, sia coloro i quali del tutto legittimamente vantano la loro non-appartenenza ad alcun gruppo, sino al fenomeno, non so quanto diffuso ma certamente significativo in s, della "doppia tessera";

( c) si ha la sensazione che non valgano pi antichi automatismi di voto con indicazioni che vanno dal centro alla periferia, e le mail che ci stanno via via informando degli esiti delle elezioni delle giunte locali e delle primarie per i Consigli giudiziari (anche quello delle primarie è, almeno in parte, un fenomeno nuovo) danno spesso atto di alleanze trasversali, di liste pi o meno indipendenti che si aggregano sui programmi; questi risultati a me danno la sensazione (da verificare con pi calma) di voti che "vanno e vengono" senza troppo preoccuparsi delle etichette dei gruppi ma che probabilmente badano alla credibilità dei candidati e dei programmi locali;

(d) la vigente legge elettorale per il CSM, se rimarrà in vigore nel testo attuale, costringerà noi, il Movimento ed Art. 3 ad una verifica comune ed a ripensare l'esperienza del 2002, con la quale avevamo avuto l'ambizione di non limitarci a presentare una somma di sigle, ma un progetto condiviso per l'autogoverno; non entro qui nel merito, ma certo nessuno dei tre gruppi potrà pensare di "fare da s" e dovrà mettersi in discussione nel confronto con gli altri; tanto pi che qualche segnale sembra indicare che, a fronte di qualche scricchiolio centrale, aumenta la osmosi elettorale fra i gruppi in sede locale.

(e) molte mail recenti hanno discusso in modo appassionato i diversi modi di vedere il rapporto tra i magistrati e la politica; è una questione sulla quale qui non torno se non per segnalare la vivacità di un dibattito che non potrà certo finire col caso Casson o con la nuova legge sulle incompatibilità, se verrà approvata, ma che richiederà, specie ad Md, di rivedere criticamente alcune sue storiche posizioni, specie ora che il sistema della politica è diventato, a tutti i livelli, maggioritario e molto personalizzato;

(f) da un punto di vista strettamente interno dobbiamo notare l'importanza crescente dei gruppi di lavoro, che sono diventati luoghi di dibattito e di elaborazione assolutamente indispensabili, cui non può però essere delegata in toto la posizione di Md in materie cruciali che, una volta elaborate nel gruppo, devono essere discusse da tutta Md, a meno di non lasciar passare l'idea nefasta dello specialismo come steccato professionale, anzich della specializzazione come elemento di ricchezza per tutti;

(g) alla fine di questo elenco, che potrebbe essere pi lungo, voglio mettere l'esigenza primaria per Md di tener viva, ed anzi lanciare ovunque si possa, l'esperienza degli Osservatori quali luoghi di dibattito professionale e di scambio di buone prassi, ma anche come modello di un possibile confronto fra magistrati, avvocati e personale che solleciti la riflessione sulla giustizia possibile "qui ed ora", contro l'evidente declino in atto.

Mi piacerebbe che a Palermo, oltre alla necessaria denuncia dell'involuzione in atto nello stesso Stato costituzionale di diritto, riuscissimo a porre le basi per rilanciare a tutto campo la nostra azione, senza timore e senza tatticismi; e per far questo abbiamo bisogno delle idee e delle esperienze di tutti. Da questi tre lunghissimi anni di battaglia sull'OG, nella quale la Segreteria di Claudio, l'Esecutivo e le nostre rappresentanze in ANM e CSM hanno speso incredibili energie e grande passione dovremmo trarre i necessari insegnamenti anche per lavorare al nostro interno e per allargare il gruppo di persone che ragionano ed agiscono collettivamente.
Sono certo che ce la faremo.
J.

29 03 2005
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