Cronache dal Consiglio n. 2

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La prima settimana "ufficiale" di lavori
La prima settimana "ufficiale" di lavori non è stata avara di impegni e di vicende che meritano alcune parole. La riduzione del numero dei componenti ha reso immediatamente evidente l’esistenza per ciascuno di un carico di lavoro assai pesante, con ritmi caotici e difficoltà nel trovare spazi per un’analisi approfondita delle questioni. Può darsi che il dazio da pagare all’inesperienza si oggi molto alto e che tutto andrà aggiustandosi, ma l’impatto non ci rende sul punto molto ottimisti.
In via generale:
tutte le commissioni hanno affrontato innanzitutto il tema dei criteri di assegnazione delle pratiche e quello della impostazione del lavoro. Ad eccezione della VI, ove si è preferito non modificare la prassi che attribuisce al presidente il compito di designare i relatori, tutte le commissioni - ivi compresa, con mutamento di indirizzo rispetto al passato, la II (Regolamento)- hanno optato per criteri di designazione automatica.
Le commissioni "operative" hanno adottato in primo luogo criteri di abbinamentoterritoriale, distribuendo fra i sei componenti i 26+3 distretti (nonch Cassazione e Dna) secondo gruppi che le precedenti consiliature hanno adottato e affinato.
Possiamo dire che le soluzioni così adottate rispondono a logiche di trasparenza e controllabilità.
Per quanto concerne alcune delle commissioni, i lavori possono essere così sintetizzati:
I commissione:

  • il numero elevato di pratiche pendenti e la necessità di ridistribuirle secondo i nuovi criteri hanno comportato una prima fase non breve di assestamento. E’ quindi troppo presto per entrare nel merito della programmazione del lavoro.

III commissione:

  • criteri di assegnazione: ad ogni componente sono abbinati alcuni distretti e/o uffici centrali; sono abbinati al presidente i casi di rientro in ruolo dei magistrati ministeriali; sono assegnati ad altro componente i casi di rientro in ruolo da tutti gli altri uffici o enti; sono assegnate al presidente, salvo facoltà di coassegnazione o di assegnazione diversa, le pratiche "generali", come la predisposizione del "bollettone" o l’individuazione delle sedi destinate agli uditori;
  • si è iniziato l’esame collegiale dei circa 150 posti ancora non assegnati del bollettone del febbraio scorso, con definizione di un numero esiguo di proposte, che la segreteria comunicherà ai proposti in modo da ottenere la risposta in ordine alla eventuale revoca;
  • a tal proposito è emersa fin dalle prime procedure la insostenibilità del regime delle revoche previsto dall’attuale meccanismo, regime che confligge con ogni logica di speditezza e buona amministrazione, ma che risulta di difficile modifica. La riflessione sul punto è appena iniziata;
  • si è deciso di invitare il presidente della commissione ad accantonare per brevissimo tempo tutte le istanze di rientro in ruolo pendenti, così da effettuare una loro ricognizione e da favorire una loro trattazione secondo criteri unitari e coordinati;
  • si è previsto di tentare di definire l’attuale procedura (bollettone) in tempo utile per poter procedere ad un nuovo bollettone (di entità assai pi ridotta) prima della - o in contemporanea alla - destinazione delle sedi agli uditori (verosimilmente dicembre);
  • a questo proposito si è rilevato che occorre una riflessione complessiva sulla mobilità, che tenga conto anche della disciplina delle sedi disagiate e del prossimo aumento di organico legato all’attuazione della legge n.48/2001 (aumento di mille magistrati) e ai tempi del concorso per uditore,le cui prove di preselezione avranno inizio il 23 settembre prossimo;

IV commissione:

  • individuazione dei criteri di assegnazione delle pratiche: automatici e predeterminati (ordine di iscrizione nei registri ed ordine alfabetico dei componenti, con il correttivo secondo cui non potranno essere assegnate al componente le pratiche del distretto di provenienza). Rimane salva la facoltà attribuita al Presidente dal regolamento di autoassegnarsi le pratiche;
  • esame di alcune pratiche di routine;
  • individuazione di alcune questioni di carattere generale in tema di progressioni in carriera e valutazione di professionalità per le quali dovranno essere stabiliti criteri generali per trattare casi simili allo stesso modo;

V commissione:

  • individuazione dei criteri di assegnazione delle pratiche: divisione degli incarichi direttivi in fascia A (Presidenze di Corte, Procure Generali, Presidenze di sezione della Cassazione) e fascia B, con assegnazione secondo criteri automatici e predeterminati (ordine di vacanza ed ordine alfabetico dei componenti). Due correttivi: non potranno essere assegnate al componente le pratiche del distretto di provenienza ed il Presidente, unitamente alla Commissione, potrà inserire un singolo incarico direttivo nella fascia A in considerazione della rilevanza della Sede. Rimane salva la facoltà attribuita al Presidente dal regolamento di autoassegnarsi le pratiche;
  • prima distribuzione delle pratiche pendenti;
  • prime valutazioni generali sulla opportunità o meno di ripetere le audizioni già effettuate dalla precedente commissione;

VI commissione:

  • alla commissione è stata destinata la pratica relativa al progetto "Cirami". I componenti si sono impegnati a predisporre per l’apertura di questa seconda settimana una bozza di documento su cui lavorare per giungere al testo definitivo da proporre al plenum. E’ noto che i componenti laici di maggioranza hanno preannunciato di non voler partecipare ai lavori di commissione e di plenum concernenti l’intervento del CSM sul testo in discussione in Parlamento.

VII commissione:

  • quanto ai criteri, mentre per le pratiche tabellari e le altre questioni legate al territorio si è adottato il criterio dell’abbinamento automatico, per le pratiche di ordine generale il presidente ha proposto di abbandonare il criterio dell’assegnazione automatica in base al numero di iscrizione, per adottare un criterio che valorizzi le professionalità. La natura eminentemente tecnica delle materia di competenza della commissione ha suggerito, infatti, di ottimizzare le conoscenze e le risorse, così che un componente seguirà le pratiche generali concernenti gli organici e i relativi aumenti, un altro si occuperà degli incarichi, degli esoneri, etc., un altro delle misurazioni di produttività... etc.
    La proposta è stata approvata dopo che, attese le critiche e le opposizioni del rappresentante di Unicost, si è diversamente ripartita la materia tabellare, distribuendola fra due componenti a seconda che le questioni occupino il settore penale o quello civile.
  • Già i primissimi lavori hanno evidenziato la complessità dei problemi concernenti le tabelle e quelli relativi alle applicazioni extradistrettuali, rendendo palese l’esigenza di pensare a interventi di adeguamento delle circolari e di raccordo col territorio.

VIII commissione:

  • adottati criteri di ripartizione automatica su base territoriale, la commissione ha subito realizzato l’esigenza di ascoltare i rappresentanti della magistratura onoraria. I problemi di ordine generale sono molti e complessi (dalla rappresentanza istituzionale dei magistrati onorari alle politiche di copertura degli organici), così come molteplici sono i problemi gestionali (graduatorie, ricorsi, revoche...), ed è evidente che su questo occorre una forte sinergia fra Consiglio e associazioni dei giudici onorari e dei giudici di pace;
  • l’esame delle prime pratiche individuali ha confermato quanto detto sul piano dei problemi generali, ed a ciò va aggiunto che il numero ormai elevatissimo dei magistrati onorari rende altrettanto (se non esponenzialmente...) elevato il numero delle pratiche da esaminare e decidere. Su questo occorrerà riflettere per adottare moduli di lavoro che consentano alla commissione di non soccombere sotto il peso della routine.

IX commissione:

  • l’automaticità dei criteri si fonda su una ripartizione per materia e, all’interno di ciascuna, sul n di ruolo.
    L’attività della Nona Commissione - Formazione e Tirocinio - è iniziata con un incontro tra la Commissione e il Comitato Scientifico, al fine di favorire l’apertura di un dialogo costruttivo e continuo tra l’articolazione consiliare e il suo organo tecnico, un rapporto fatto di fiducia e che rispetti gli ambiti operativi di ciascuno: individuazione delle linee guida politico-programmatiche e controllo dell’attività alla Commissione, attuazione e gestione dei programmi in condizioni di autonomia didattica al Comitato.
    I componenti del CS hanno illustrato l’attività svolta nei vari settori (civile, penale, interdisciplinare, riconversione, uditori, dirigenti, minorile e sorveglianza, internazionale), le prospettive, i nodi irrisolti, fornendo ai componenti la Commissione i dati essenziali per comprendere lo stato attuale della formazione.
    L’attività della Commissione si è quindi incentrata sulla nomina della Commissione di concorso per uditore giudiziario, da deliberarsi – secondo un’interpretazione sostenuta da un parere del Consiglio di Stato – dieci giorni prima dell’espletamento dei test preselettivi. L’ampio consenso sulle figure del Presidente e del vicepresidente (rispettivamente individuati in Cantillo e Dogliotti), l’esistenza di specifici criteri guida per l’esclusione e la scelta tra i magistrati dichiaratisi disponibili, l’accordo sulla progressiva selezione entro rose ristrette hanno consentito il rispetto dei tempi.
    Deve notarsi come le dichiarazione di disponibilità per la Commissione di concorso sono territorialmente concentrate nel centro sud (con gran presenza di colleghi dei distretti di Roma e soprattutto Napoli) e vedono una presenza molto bassa di donne (meno di 50 donne a fronte di oltre 170 uomini, dato a fronte del quale sembra un risultato apprezzabile che nella commissione vi siano 8 donne su 22 componenti).
    Data l’importanza e la delicatezza della funzione di selezione dei futuri magistrati sarebbe opportuno, in vista dei prossimi due concorsi, un ampliamento della platea dei candidati con incremento delle presenze dai diversi territori e delle donne.
    Quanto ai professori, la cui scarsità di vocazioni dipende dalla mancata previsione di un esonero almeno parziale dall’attività didattica, si sta pensando a una possibile richiesta di iniziative normative al Ministro da proporre congiuntamente alla commissione riforma.

15 09 2002
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