Cronache dal Consiglio n. 40

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Sommario

A) Dal Plenum :

1.
Appartenenza alla massoneria e valutazione della professionalità;
2.
La mancata progressione in carriera del dott. Miceli;

3.
Conferimenti di incarichi direttivi e semidirettivi;

4
La nomina dell'Avvocato generale di Catanzaro: professionalità
ed impegno antimafia mortificati;

5.
Ancora un ritorno in commissione per un posto di Presidente di
sezione della Corte d'Appello di Torino;

6.
La nomina del Presidente del Tribunale di Parma: un'occasione persa;

7.
La nomina del Presidente del Tribunale di Massa Carrara;

8.
Giudici di pace e professionalità: il Consiglio fa un passo
indietro;

9.
L'attività di formazione dei giudici di pace per la nuova
competenza in materia d'immigrazione.

B) Dalle commissioni:

1.
Proposte di nomina per incarichi direttivi e semidirettivi.

Plenum

1.
Appartenenza alla massoneria e valutazione della professionalità.

Nella seduta plenaria dell'8
settembre è stata esaminata la proposta della IV Commissione
di dichiarare il dr. Alfredo Arioti idoneo alle funzioni direttive
superiori. La proposta di delibera dava conto della "lunga e
attiva militanza del dr. Arioti nella massoneria: questi infatti si
affiliò alla massoneria fin dal 1976, sciogliendosi da quel
vincolo solo dopo sedici anni, nel maggio 1992, dopo avere compiuto
all'interno del sodalizio un rapido ed importante cursus honorum".
Questa condotta aveva già portato la Sezione Disciplinare a
comminare la sanzione della perdita di anzianità per due anni.
Il C.SsM., poi, lo aveva dichiarato inidoneo per due volte alla
nomina alle funzioni direttive superiori (la prima delle delibere era
stata annullata dal Consiglio di Stato e reiterata dal C.S.M., mentre
la seconda era stata impugnata ed era in attesa della pronuncia del
Consiglio di Stato). La proposta riteneva tuttavia che il tempo
trascorso dalle condotte sopra citate e i pareri del Capo
dell'Ufficio e del Consiglio giudiziario facessero ritenere ormai
superato ogni profilo di lesione della credibilità "interna
ed esterna" del dr. Arioti. In effetti i due organi avevano reso
pareri positivi, tanto sulla laboriosità e professionalità
del magistrato, quanto sulla "libertà da
condizionamenti", emergente dal suo stile di vita "sicura
ed oggettiva garanzia di probità, di rettitudine morale, di
imparzialità ed indipendenza". Tutto ciò, secondo
il Consiglio giudiziario, aveva consentito di ritenere superate le
"sfortunate pregresse vicende". In Plenum vi è stato
un'approfondita discussione circa il rapporto tra l'idoneità
alle funzioni direttive superiori e i comportamenti pregressi del
magistrato; in tale delicato passaggio valutativo della carriera di
un magistrato, infatti, non è oggetto di esame solo il periodo
strettamente antecedente a quello della progressione in carriera: è
l'intera vita professionale del magistrato ad essere sottoposta al
vaglio del Consiglio. E' stato infine proposto e deliberato a
maggioranza il ritorno della pratica in commissione perché si
valuti con maggiore attenzione il profilo dell'idoneità a
ricoprire incarichi direttivi superiori da parte di un magistrato che
ha per così lungo tempo militato nella massoneria. In questo
caso si tratta di valutare, infatti, non la semplice iscrizione, ma
una lunga militanza, protrattasi anche dopo che il disvalore
dell'appartenenza ad un'organizzazione che richiede una fedeltà
incompatibile con la giurisdizione era ormai acclarato. La
Commissione dovrà poi valutare anche gli aspetti ulteriori
connessi con la militanza massonica e già oggetto delle
precedenti delibere: il ruolo direttivo raggiunto nella massoneria,
la motivazione di tale ascesa proprio nelle funzioni svolte,
l'assunzione di una consulenza gratuita da parte di un
Amministrazione comunale il cui sindaco era legato anch'egli alla
massoneria. La proposta di ritorno in Commissione ha avuto i voti di
MD-Movimenti, di Berlinguer e del Procuratore Generale.

2.
La mancata progressione in carriera del dott. Miceli.

Nel
plenum del 6 ottobre non è stata approvata la proposta di
dichiarare Giuseppe Miceli idoneo a essere valutato ai fini della
nomina a magistrato di cassazione. Originario di Agrigento, dove per
venti anni ha svolto diverse funzioni giudiziarie (prima pretore, poi
sostituto presso la pretura circondariale e, infine, sostituto presso
il tribunale), il dott. Miceli si è trasferito a Roma nel 1998
e a seguito di tale trasferimento volontario sono stati archiviati i
procedimenti ex art. 2 l.g. pendenti nei suoi confronti. Il caso del
dott. Miceli è sorto, non in relazione alle valutazioni
positive espresse dai dirigenti degli uffici presso i quali ha svolto
le sue funzioni e dal consiglio giudiziario in ordine a profili
attinenti alla diligenza e alle capacità tecnico-giuridiche,
che tutto il Consiglio ha condiviso (e neppure per la pendenza di un
procedimento penale a Caltanissetta per fatti che il Consiglio non ha
ritenuto incidenti in modo negativo), ma su una circostanza che nella
proposta della commissione favorevole alla promozione è così
descritto: "avvenuto acquisto da parte del dott. Miceli di un
appartamento ad Agrigento a condizioni di particolare favore da
un'impresa inserita, sia pure indirettamente, nel circuito della
speculazione edilizia locale". Questa circostanza è stata
ritenuta dalla commissione priva di rilevanza "atteso che il
minor prezzo effettivamente praticato. . pare trovare sufficiente
spiegazione nel seguente contesto, da relazionarsi alla realtà
ambientale agrigentina: si trattò di uno dei primi acquisti
effettuati in "pianta" e il costruttore aveva previsto in
generale l'applicazione di prezzi differenziati in relazione alla
posizione di "spicco" o comunque d'interesse per la società
degli acquirenti. Dunque, senza bisogno di non commendevoli
interessamenti personali, l'acquisto da parte dei coniugi Miceli,
magistrati in Agrigento, si prestava a fungere da "vetrina"
per il costruttore. Ed inoltre, fu proprio una fonte d'informazione a
questi vicina a propalare la circostanza con discredito del
magistrato." C'è da notare che poco prima di esprimere
questi giudizi la proposta da atto che la situazione locale era di
tipo particolare: ". . nell'agrigentino si confrontano due
gruppi politico-imprenditoriali con interessi nel settore edilizio in
contrasto . . controllanti gli organi di stampa locali utilizzati
quali cassa di risonanza delle rispettive polemiche nelle quali
vengono coinvolte anche le pubbliche autorità competenti,
Soprintendenza e Procura." A fronte dei fatti riportati abbiamo
ritenuto assolutamente non condivisibile il giudizio di irrilevanza
formulato dalla commissione, perché si tratta di fatti che
incidono in modo significativo sull'immagine di indipendenza del
magistrato, che, è apparso disponibile a prestare la propria a
favore di un'impresa edilizia "sia pure indirettamente"
inserita nel circuito della speculazione edilizia locale. La proposta
della commissione è stata respinta con 12 voti (Md,
Movimento,Mi, Buccico e Di Federico), 9 voti sono andati a favore
della proposta di promozione (Upc, Marotta, Ventura Sarno, Spangher),
due astenuti (Rognoni e Berlinguer). A seguito del rigetto della
proposta si è aperto il problema della stesura dell'apposita
motivazione della delibera di rigetto, conseguente all'affermarsi di
un orientamento giurisprudenziale che non ritiene sufficiente la
motivazione delle delibere collegiali risultante dagli interventi
favorevoli alla delibera adottata. Il problema, che è risolto
da un'opportuna modifica regolamentare in via di approvazione, allo
stato ha trovato soluzione nell'individuazione di un relatore che
redigerà la motivazione.

3.
Conferimenti di incarichi direttivi e semidirettivi. La nuova
pubblicazione di semidirettivi.

Sono
stati conferiti all'unanimità i seguenti incarichi direttivi e
semidirettivi:
-
Procuratore aggiunto del Tribunale di Genova al dott. Francesco
Cozzi, Sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di
Genova;
-
Procuratore generale aggiunto della Corte di Cassazione al dott.
Mauro Delli Priscoli, Presidente di sezione della Corte di Cassazione

-Presidente di sezione del
Tribunale di Genova al dott. Gabrio Barone, Consigliere della Corte
d'Appello di Genova;
-
Presidente di sezione del Tribunale di Savona al dott. Claudio
Zerilli, giudice del Tribunale di Savona;
-
Presidente di sezione del Tribunale di Benevento (due posti) ai
dott.ri Gabriele Ciuffi e Antonio Casoria, Consiglieri della Corte
d'Appello di Napoli;
-
Presidente di sezione del Tribunale di Milano (due posti) ai dott.ri
Alda Maria Vanoni e Gerardo Perillo, rispettivamente Consigliere
della Corte d'Appello e giudice del Tribunale di Napoli;
-
Presidente di sezione della Corte d'Appello di Firenze (due posti) ai
dott.ri Michele Ravone e Mario De Pasquale, Consiglieri della Corte
d'Appello di Firenze;
-
Presidente di sezione del Tribunale di Pescara (due posti) al dott.
Carmelo De Santis, giudice del Tribunale di Pescara.

Per
l'altro posto di Presidente di sezione del Tribunale di Pescara è
stato nominato il dott. Angelo Angelini, giudice del Tribunale di
Pescara, con l'astensione dei consiglieri di MD (oltre che del Vice
Presidente Rognoni, che quasi sempre si astiene)

4.
La nomina dell'Avvocato generale di Catanzaro: professionalità
ed impegno antimafia mortificati.

E'
stato nominato Avvocato generale di Catanzaro il dott. Dolcino Favi
con 12 voti (Cdl, MI, 3 consiglieri di Unicost -Tenaglia, Stabile, De
Nunzio-,un consigliere del Movimento -Aghina- e Marvulli).
A
Carlo Macrì sono andati 9 voti (MD, Berlinguer, 3 consiglieri
di Unicost -Primicerio, Riello, Meliadò-). Si sono astenuti
due consiglieri dei Movimenti -Fici, Arbasino- e Rognoni.
Si
tratta di una decisione che penalizza ingiustamente Carlo Macrì,
un magistrato di cui sono noti la professionalità e l'impegno
costantemente profuso, in particolare in indagini e processi ad
esponenti della criminalità organizzata calabrese, anche
quando l'azione di contrasto dello Stato in questo settore appariva
opaca.

Abbiamo
proposto Carlo MACRI', Sostituto procuratore generale a Catanzaro,
attribuendogli il massimo del punteggio, in considerazione (rel.
Menditto):-del suo percorso professionale: "... si ricordano le
valutazioni dei dirigenti delle Procure della Repubblica in cui ha
prestato servizio nei quali è dato leggere, tra gli altri
apprezzamenti, che "il dott. MACRI' è magistrato
eccezionale fortemente impegnato nelle indagini a difesa dell'ordine
democratico e della legalità repubblicana, anche a rischio
della vita, dotato di grande capacità di lavoro e
particolarmente versato nelle indagini sulla criminalità
mafiosa, condotte direttamente con diligenza, impegno e spirito di
sacrificio" .
Il
dott. MACRI', infatti, ha speso buona parte della sua carriera nella
conduzione di impegnative indagini in tema di criminalità
mafiosa (in particolare, indagini su omicidi, sequestri di persona,
estorsioni, traffico di stupefacenti riconducibili alla
'ndrangheta)..... "le conoscenze accumulate e i successi
ottenuti nell'esercizio della funzione requirente e l'aggiornamento
culturale... fanno di questo magistrato un autentico specialista
dotato della specifica preparazione indispensabile per
l'utilizzazione nella lotta dello Stato contro le organizzazioni
criminali";-delle specifiche attitudini direttive dimostrate:
".... ha retto la Procura della Repubblica di Locri dal dicembre
1986 al luglio 1987 e la Procura della Repubblica di Crotone dal
dicembre 1998 al maggio 1999; egli, inoltre, ha svolto le funzioni di
Avvocato generale dal luglio 1997 al luglio 1998. Sempre sul piano
della valutazione delle capacità organizzative, il dott.
MACRI' vanta una significativa esperienza quale componente del
consiglio giudiziario presso la Corte di appello di Catanzaro nei
bienni 1985/1987 e 1995/1997, nonché nel biennio in corso,
esperienza rimarchevole con riferimento alla conoscenza
dell'ordinamento giudiziario e, segnatamente,delle circolari
consiliari."; -dell'irrilevanza, ai fini del conferimento di
ufficio direttivo, di un precedente disciplinare relativo a fatti
risalenti ad oltre quindici anni or sono, " per alcune
affermazioni rese nel corso di una trasmissione televisiva: in
particolare il dott. MACRI', dopo avere affermato che nonostante lo
"sfascio" della giustizia in Calabria vi erano persone come
la signora Bova - costituitasi parte civile in un grave processo
pendente in Corte d'Assise in cui lo stesso MACRI' sosteneva l'accusa
- che avevano fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, aggiungeva
che vi era un "certo tipo di cultura" tale da trasformare
la serenità del giudice in indifferenza, inerzia ed
accettazione della realtà; in tale contesto il riferimento
appariva diretto al presidente del Collegio della Corte d'Assise
dott. Cotrona che aveva avuto un grave contrasto in udienza con Bova
(anche per tale comportamento con la stessa sentenza disciplinare al
dott. Cotrona veniva inflitta la censura con il trasferimento
d'ufficio). Si legge nella sentenza: "Lo stesso ispettore
ministeriale....gli riconosce, in tutta la sua carriera, un impegno
incessante, una profonda preparazione tecnica, una fortissima
motivazione al lavoro, capacità organizzativa e serenità
di giudizio: doti tutte collaudate da un'intera carriera dedicata a
gravissimi processi istruiti tra difficoltà organizzative ed
ambientali di ogni genere.
Va
poi considerato che il dott. MACRI' ha sicuramente agito per
un'istanza di giustizia e per un'idea alta della giurisdizione, messa
a dura prova nel confronto tra altrui inadeguatezze professionali..."
La
maggioranza consiliare (relatore Buccico) non solo ha contestato il
punteggio di Carlo Macrì, in contrasto con numerose precedenti
valutazioni relative a figure professionali di gran lunga inferiori,
ma ha anche attribuito al più anziano dott. Favi un punteggio
superiore a quello assegnatogli pochi mesi or sono (23 maggio 2004),
sulla scorta dei medesimi atti, al momento del conferimento ad altro
magistrato dell'ufficio di Avvocato Generale di Trieste. In quella
occasione, infatti, il Consiglio all'unanimità deliberava:
"Nel contempo al dott. Favi vengono attribuiti 3 punti in
attitudini, ..... avendo il candidato esercitato sempre funzioni
requirenti negli ultimi venti anni, e punti 4 in merito, alla luce
dei lusinghieri pareri dei consigli giudiziari riportati in carriera
(per un totale di punti 19). Per quanto attiene alla non
attribuibilità del massimo punteggio in attitudini va
richiamata la motivazione della sentenza emessa dalla sezione
disciplinare di questo Consiglio il l ° luglio 1991, passata in
giudicato il 4 giugno 1992. La sentenza in questione, pur
assolutoria, evidenziava peraltro da un lato la macroscopicità
di alcuni errori processuali commessi dal dott. Favi nella
trattazione di procedimenti a carico dei magistrati Vitale ed Arculeo
e, dall'altro, la dubbia opportunità dei rapporti intercorsi
tra il candidato ed il pregiudicato Pandolfo Sebastiano ed il nucleo
familiare di quest'ultimo, rapporti sui quali, a detta della stessa
sezione disciplinare, "restano zone d'ombra e confini incerti e
confusi". Ne consegue una ragionevole impossibilità di
attribuire il punteggio pieno, in quanto gli aspetti innanzi
riportati sono valutabili sotto il profilo attitudinale".
In
definitiva le attitudini del dott. Favi sono valutate meritevoli di 3
punti quando questo punteggio consente la nomina di altro magistrato
meno anziano ad Avvocato generale di Trieste, valgono invece 4 quando
il concorrente è Carlo Macrì. Poco importa che gli atti
esaminati siano i medesimi e si tratti di posti analoghi di Avvocato
generale.

5.
Ancora un ritorno in commissione per un posto di Presidente di
sezione della Corte d'Appello di Torino.

Nel
notiziario n.37 (maggio giugno 2004) scrivevamo: Il conferimento
dell'incarico di Presidente di sezione della Corte d'Appello di
Torino ha impegnato il plenum in un lungo dibattito. In commissione
avevamo proposto (unitamente ai Movimenti) il dott. Gianluigi
Ambrosini, candidato più anziano, al quale doveva essere
attribuito il massimo del punteggio in virtù degli univoci
precedenti di carriera e che per questo non era superabile nella
graduatoria dagli altri aspiranti, prevalendo, in caso di parità
l'anzianità di servizio, I consiglieri di Unicost proponendo
il dott. Antonio Baglivo (presidente del Tribunale di Casale
Monferrato) hanno dovuto attribuire al dott. Ambrosiani un punteggio
attitudinale di merito inferiore al massimo motivato sulla base di un
lontano precedente disciplinare, peraltro conclusosi con assoluzione,
e di una generica capacità attitudinale non elevata. Si erano
astenuti i consiglieri laici Buccico e Schietroma. Nella proposta
presentata in plenum abbiamo motivato le ragioni del punteggio
attribuito per attitudini sulla base, tra l'altro, della varietà
delle funzioni esercitate dal dott. Ambrosini, di merito - di primo e
secondo grado -, di legittimità e semidirettive.(giudice,
consigliere di corte d'appello e presidente di sezione di Tribunale
dal 90 al 98, attualmente Consigliere della Corte di Cassazione).
Abbiamo anche evidenziato le ottime capacità organizzative
risultanti nell'esercizio delle funzioni semidirettive, già
svolte e confermate presso la Corte di Cassazione. In definitiva era
evidente la particolare attitudine a ricoprire il posto di presidente
di sezione di corte d'appello da parte del dott. Ambrosini, portatore
di una specifica professionalità, non solo semidirettiva, ma
anche di conoscitore della materia e della tecnica del giudice
d'appello, oltre che di quelle del giudice di legittimità, cui
sono sottoposte le sentenze provenienti proprio dal secondo grado. A
fronte di questo incontestabile profilo professionale, la proposta in
favore del dott. Baglivo riduceva al dott. Ambrosini: il punteggio
per attitudini perché "sebbene sia stato presidente di
sezione del Tribunale di Torino, non esercita ormai da qualche anno
le funzioni direttive nella giurisdizione di merito, peraltro svolte
in primo grado, esercitando al momento lo stesso funzioni di
legittimità". Abbandonato, perché evidentemente
non "spendibile" l'argomento relativo al lontano precedente
disciplinare (risalente alla fine degli anni 70) proposto in
commissione, questa volta si sosteneva la penalizzazione del dott.
Ambrosiani perché da 5 anni svolgeva funzioni di legittimità,
con conseguente dispersione della specifica professionalità
semidirettiva acquisita dal 90 al 98. La gravità del principio
affermato ci ha spinto a chiedere un confronto specifico e chiaro su
questo punto, inaccettabile e in contrasto con la visione espressa in
astratto in più occasioni anche dai sostenitori del dott.
Baglivo di evitare di creare una separazione tra il giudice di merito
ed il giudice di legittimità. L'insostenibilità
dell'unico argomento utilizzato, diretto esclusivamente a penalizzare
il dott. Ambrosini e sostenere altro candidato, è stata
svelata anche leggendo in plenum casi, anche recenti, in cui invece è
stato attribuito il massimo del punteggio per attitudini a magistrati
che da anni ricoprivano il ruolo di giudici di cassazione e che,
peraltro, in precedenza mai avevano svolto funzioni semidirettive,
ricoperte invece dal dott. Ambrosini per un lungo periodo e
riportando giudizi lusinghieri.

La
difficoltà di votare una proposta fondata su un unico
argomento, a dir poco fragile e in netto contrasto con i precedenti,
ha indotto a votare il ritorno della pratica in commissione, proposta
da noi comunque contrastata (unitamente ai consiglieri dei movimenti)
convinti che tutti i consiglieri in plenum fossero in condizione di
scegliere l'una o l'altra tesi, con conseguente assunzione di
responsabilità.
Se
il ritorno della pratica in commissione doveva servire a meglio
motivare la penalizzazione del dott. Ambrosini, l'obiettivo non è
stato raggiunto, evidentemente per la difficoltà (o meglio
l'impossibilità) di individuare validi argomenti. Si pensi che
nella nuova proposta in favore del dott. Baglivo (rel. Stabile e
Mammone) si sostiene che i sei anni di funzioni di legittimità
svolte dal dott. Ambrosini hanno, in sostanza, "attutito"
le sue attitudini semidirettive per uffici di merito, in passato
possedute in misura elevata.
Il
dibattito in Plenum ha visto un nuovo confronto, con alcuni
consiglieri (De Nunzio, Stabile, Primicerio) impegnati a sostenere
con forza la penalizzazione del dott. Ambrosini. Anche questa volta
l'andamento del dibattito ha indotto i sostenitori del dott. Baglivo
a votare il ritorno della pratica in commissione.

6.
La nomina del Presidente del Tribunale di Parma: un'occasione persa.

E'
stato nominato Presidente del Tribunale di Parma il dott. Stellario
Bruno - Presidente del Tribunale di Voghera - con 14 voti (Unicost,
Cdl, ad eccezione di Buccico, Movimenti e Marvulli). Il dott.
Giampaolo Ferrari, Presidente del Tribunale di Siena, ha ottenuto 4
voti (Buccico, MI, Berlinguer)., la dott.ssa Di Oreste, Presidente
del Tribunale di Novara, 7 voti (MD, Schietroma, Favara).

Nella
seduta dell'1 aprile 2004 il plenum, esaminando una prima volta le
candidature dei dott.ri Bruno e Ferrari, su nostra proposta, aveva
deliberato il ritorno della pratica in commissione al fine di
valutare anche gli aspiranti "fuori fascia" che, pur con un
divario di anzianità superiore a sei anni rispetto al
candidato più anziano, potevano apparire in possesso di doti
di spiccato rilievo professionale. All'esito dell'ulteriore
istruttoria della commissione la dott.ssa Di Oreste è apparsa
in possesso di qualità professionali prevalenti tali da farla
ritenere idonea a dirigere in modo ottimale un tribunale di
particolare rilievo. Dagli atti acquisiti emergeva, in particolare,
che la dott.ssa Di Oreste ha riorganizzato il Tribunale di Novara
incidendo in modo significativo su numerosi settori, tra cui
specificamente quelli delle esecuzioni immobiliari e fallimentare
"trasformato in modo davvero encomiabile dall'appassionato
impegno e dalla non comune, specifica professionalità del
Presidente del Tribunale che ha trovato piena rispondenza nel lavoro
svolto con grande accuratezza e sempre più approfondita
competenza dai magistrati e dalpersonale di cancelleria
addetto.....Contemporaneamente ha inoltre promosso la costituzione di
una "Commissione interprofessionale per le procedure
concorsuali", tuttora funzionante, della quale fanno parte,
oltre ai giudici delegati ai fallimenti ..... due professionisti
designati dall'Ordine degli avvocati, due dall'Ordine dei dottori
commercialisti e due dal Collegio dei ragionieri. La predetta
Commissione esamina, con periodiche riunioni, la normativa
fallimentare e fiscale per fornire indirizzi interpretativi ai
curatori ed uniformare i comportamenti di questi ultimi e dei giudici
delegati.....Il fatto che .......si è passati ad un ufficio di
esemplare professionalità ed efficienza è dovuto, sia
al lodevole e sentito impegno con cui tutti i magistrati assolvono ai
propri compiti istituzionali, sia alla presenza, di grande esempio,
di un Presidente del Tribunale, la dott.ssa Anna Maria Di Oreste, che
non solo ha sempre svolto attività giurisdizionale nel settore
civile e fallimentare - quivi assumendo anche le funzioni di giudice
delegato - realizzando una produttività decisamente elevata,
ma che si occupa costantemente delle incombenze proprie della
direzione ed organizzazione dell'ufficio con straordinaria dedizione,
entusiasmo e non comuni capacità organizzative (si vedano, a
puro titolo di esempio, le iniziative, già descritte, per la
promozione ed il funzionamento della "Commissione
interprofessionale per le procedure concorsuali", e della
"Commissione di studio sul diritto di famiglia")

In
plenum abbiamo chiesto un confronto sulle qualità della
dott.ssa Di Oreste, "fuori fascia" per 14 giorni, che
spiccavano di gran lunga sugli altri candidati, senza ottenere
risposte da parte dei sostenitori dell'uno o dell'altro candidato..

7.
La nomina del Presidente del Tribunale di Massa Carrara.

E'
stata nominata Presidente del Tribunale di Massa Carrara la dott.ssa
Maria Cristina Failla (MD, Movimenti, Unicost, MI) che ha prevalso
sul dott. Maurizio Mauceri. E' apparso sconcertante il sostegno di
alcuni consiglieri (in particolari dei cons. Buccico e Di Federico,
sempre in prima linea nel richiedere più stringenti
valutazioni di professionalità) al dott. Mauceri per il quale
il consiglio giudiziario aveva espresso all'unanimità parere
negativo al conferimento delle funzioni semidirettive in
considerazione "...delle modalità di gestione del ruolo
collegiale che appaiono, per un verso protese verso una continua
attività di salvaguardia del solo personale profilo
statistico, attraverso la costante assegnazione dei procedimenti di
pronta motivazione, per l'altro si rivelano carenti sotto il profilo
dell'efficienza dell'attività giurisdizionale, come
testimoniato dal rinvio di procedimenti vicini alla prescrizione"

8.
Giudici di pace e professionalità: il Consiglio fa un passo
indietro.

La
vicenda che ha portato alla conferma di un giudice di pace di Genova
non è gravissima; il giudice, già in servizio da otto
anni, è stato prorogato per ulteriori due anni e non si tratta
di persona che abbia commesso nefandezze o clamorose violazioni, ma è
certamente un giudice di pace non adeguato, che avrebbe meritato di
lasciare il posto ad uno degli aspiranti al medesimo incarico.
Soggetta ad azione disciplinare per avere mal gestito una situazione
di conflitto fra due avvocati, la dott.ssa D.N. è stata
sanzionata con il solo ammonimento - soluzione da noi ritenuta
inadeguata - nonostante avesse commesso irregolarità nei
verbali e nella decisione. La mancata irrogazione della censura è
divenuta la base per un giudizio altrettanto benevolo in sede di
conferma, allorché la maggioranza del Consiglio ha dissentito
dalla stesso Consiglio giudiziario e ritenuto non sufficienti le
gravi lacune rinvenute nelle decisioni esaminate attraverso il loro
esame a campione. Sentenze scritte ancor oggi a stampatello su moduli
prestampati, contenenti correzioni, ma anche errori nell'intestazione
e nella sintassi; sentenze di scarsa comprensibilità non hanno
convinto la maggioranza della necessità di non confermare quel
giudice. Valutazioni ora pietistiche ora superficiali hanno disatteso
il diritto dei cittadini ad ottenere anche nei casi "minori"
sentenze quanto meno leggibili e correttamente formulate ed hanno
dimenticato il disdoro che moduli sciattamente riempiti rappresentano
nell'anno 2004 per la giustizia. Va detto, infine, che questa
decisione rischia di frustrare l'impegno di quei consigli giudiziari
che con attenzione e fatica prelevano provvedimenti a campione, li
esaminano e formulano su questa base motivate proposte non favorevoli
alla permanenza di giudici di pace nell'incarico.

9.
L'attività di formazione dei giudici di pace per la nuova
competenza in materia d'immigrazione.

L'intervenuta
pubblicazione sulla G.U. del D.L. 14-9-2004, che ha attribuito
importanti competenze al giudice di pace in materia di convalida
delle espulsioni degli immigrati clandestini, sul quale il Consiglio
esprimerà tra breve il parere richiesto dal Ministro, ha posto
il problema immediato dell'adozione di adeguate iniziative volte a
fornire una specifica formazione professionale ad una categoria di
magistrati onorari, quali i giudice di pace, che non avevano mai
avuto prima competenze in questo settore.

Giova
ricordare in proposito che il C.S.M. ha istituito con delibera
dell'8-4 c.a. un originale modulo organizzativo rivolto a fornire
un'attività formativa stabile alla magistratura onoraria con
la costituzione presso ciascuna Corte d'Appello di una commissione
composta di magistrati professionali ed onorari ed avvocati e ha già
proceduto alla nomina di quasi tutti i componenti di tali
commissioni. Una parte dei componenti di tali commissioni è
stata convocata per il 25 e 26-10 p.v. presso il Consiglio per
individuare le linee dell'intervento programmatico ed organizzativo.
Con
delibera approvata il 22-9 scorso il C.S.M. ha dato mandato a tutte
le anzidette commissioni di ritenere prioritaria, nel quadro degli
interventi destinati ai giudici di pace, la predisposizione di
incontri dedicati adillustrare la nuova competenza per questi
magistrati in materia di immigrazione, da organizzarsi con urgenza,
avvalendosi del supporto organizzativo dell'ufficio dei referenti per
la formazione decentrata della magistratura professionale.
Come
ha sottolineato nella discussione il consigliere Marini questo
intervento prescinde dalla valutazione fortemente negativa che Md e
l'intera magistratura associata ha già espresso nel merito
della scelta del Governo, che si pone in contrasto con i principi
costituzionali in tema di garanzia dell'inviolabilità della
libertà personale, dal quale consegue il divieto di tutela
giurisdizionale differenziata di tale situazione soggettiva sulla
base della diversità di condizioni personali.

Dalle
commissioni:

1.
Proposte di nomine per incarichi direttivi e semidirettivi.

La
Quinta commissione ha proposto all'unanimità per il
conferimento dei seguenti incarichi direttivi e semidirettivi:

-
Presidente del Tribunale di Ivrea al dott. Aniello Mosca, Presidente
di sezione del Tribunale di Asti.
Per
l'incarico di Presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta è
stato proposto, con la sola astensione del consigliere Mammone, il
dott. Francesco Ingargiola, Presidente di sezione della Corte
d'Appello di Palermo.

Per
l'incarico di Presidente del Tribunale di Sala Consilina sono stati
proposti i seguenti magistrati dai consiglieri a fianco indicati:
-
dott. Andrea Putaturo, Presidente di sezione del Tribunale di Napoli
(Buccico, De Nunzio e Mammone);

-
dott. Luciano Santoro, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di
Salerno (Berlinguer, Fici e Menditto).
Per
l'incarico di Avvocato generale presso la Corte di Cassazione sono
stati proposti i seguenti magistrati dai consiglieri a fianco
indicati:

-
dott. Raffaele Palmieri (Berlinguer, Mammone e Menditto);

-
dott. Vincenzo Nardi, Sostituto Procuratore generale presso la Corte
di Cassazione (Buccico e De Nunzio). Si è astenuto il
consigliere Fici.

19 10 2004
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