Md e Psichiatria Democratica: le radici comuni

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L’appuntamento congressuale di Magistratura Democratica si è da sempre caratterizzato come un momento alto di riflessione e confronto, uno spaccato della nostra società verso il quale prestare particolare attenzione. Desidero pertanto - a nome di Psichiatria Democratica - ringraziarvi per averci fatto partecipi di questa assise.
Com’è noto ci va stretto, da sempre, l’abito professionale, il cosiddetto specifico psichiatrico.
Le comuni radici di Magistratura e Psichiatria Democratica, ci hanno visti uniti e protagonisti in questi anni su temi centrali per il nostro Paese, ogni qualvolta ne avvertissimo la necessità: dalla opposizione ferma e intransigente alla guerra come al sostegno al mondo del lavoro e della scuola, ai cittadini immigrati.
Come è noto ci va stretto da sempre, l’abito professionale,il cosiddetto specifico psichiatrico.
Ci va stretto non per motivi ideologici, ma perch il professionale tout court tende ad essere corporativo. Poco propenso a farsi coinvolgere, a "sporcarsi le mani" nella fatica di tutti i giorni.
Lo contrastiamo perch lontano dal mandato sociale autentico ma anche e soprattutto dal quotidiano di quei cittadini vittime di ingiustizie dai mille volti e dalle mille storie di solitudine, disagio, espulsione.
Eppure noi non abbiamo mai rifiutato il nostro specifico, anzi siamo partiti proprio da lì per ragionare e costruire, con altri. Perch lo specifico non può e non deve escludere quello che ci sta intorno, che attraversa, incontra, taglia. Lo specifico psichiatrico - ciò che oggi noi abbiamo indicato come salute mentale di comunità - non può tenersi fuori dai processi economici, dall’integrazione e dal contagio con altri saperi e pratiche che si animano sul territorio.
Quale salute mentale possiamo immaginarci senza la lotta all’esclusione dai processi produttivi?
Vi potrà mai essere una buona psichiatria se non si attivano pratiche di inclusione sociale e di liberazione? Escludiamo che vi potrà mai essere Salute se non si creano percorsi nei quali le differenze piuttosto che essere negate vengano incluse.
Ecco perch quando parliamo di Servizi forti o di buone pratiche lo facciamo esplicitando percorsi di inclusione dentro il territorio dove è cresciuta e si è materializzata la diversità, la malattia; lo stesso primato delle pratiche, cui facciamo riferimento nella nostra "Carta d’identità", non è esclusivamente l’elenco delle risorse e degli strumenti messi in campo per fare arretrate quella psichiatria della custodia e della valenza addizionale che abbiamo seppellito nella lunga e vittoriosa battaglia contro l’istituzione manicomiale.
Esso è, invece, un complesso, articolato ed inesauribile divenire di quei contagi necessari all’evoluzione delle persone. La libertà dal bisogno economico costituisce elemento indispensabile per la sanità della persona. La lotta alla solitudine - che veste i panni della depressione - non può non vedere la psichiatria imbrattata di conoscenze e pratiche variegate, attivate dai Servizi psichiatrici presenti sul territorio, insomma dove il sapere medico ( clinico, farmacologico, psicoterapeutico etc.) sia in grado di costruire con tutti gli altri attori in campo quel percorso che promuove salute ed al quali si faceva dapprima riferimento.
Dobbiamo aggiungere che a fronte delle mille e positive esperienze territoriali siluppatesi in moltissime parti del nostro Paese - a sottolineare che avevamo visto giusto allorquando identificammo nel e sul territorio la migliore e pi adeguata risposta alla sofferenza mentale - ancora oggi sono troppi i luoghi dove è scarsa od inesistente la risposta ai bisogni degli utenti e dei loro familiari.
Ebbene la proposta dell’attuale maggioranza governativa non è stata quella di investire su nuove risorse umane e finanziare adeguatamente le Regioni, a partire dalle "buone pratiche" per estendere a tutto il territorio nazionale la rete di Servizi di Salute Mentale (dai servizi attivi 24/ al dì per 365 giorni all’anno ai gruppo- appartamento fino ai centri Diurni ed alla costituzione di cooperative sociali etc.), bensì di proporre - sulla scia di fatti di cronaca - una sorta di "ronde di quartiere" che segnalassero i probabili pazienti psichiatrici. Ma il partito del Presidente del Consiglio è riuscito ad andare oltre :una deputata azzurra ha, difatti, presentato una proposta che ci farebbe tornare in dietro di cento anni in quanto, qualora malauguratamente fosse approvato, sancirebbe l’abolizione della legge 180/78. Nel succitato pdl si prevede:

  • lo smembramento dei Dipartimenti di Salute Mentale ed il loro affidamento ai privati;
  • la creazione di numerose strutture residenziali che nella proposta assomigliano pi a caserme che a case ed inoltre, per le gravi limitazioni delle libertà personali, pi a carceri che a strutture terapeutiche;
  • la riattivazione dei cosiddetti "Pronto Soccorso psichiatrico";
  • la riapertura dei manicomi.

E’ a voi noto che P.D. ha immediatamente rigettato e contrasto questa proposta e con noi l’hanno respinta migliaia e migliaia di cittadini italiani che hanno sottoscritto il nostro appello e tra i primi - vogliamo ricordarlo- molti aderenti a Magistratura Democratica. Occorrerà- nonostante la forte risposta- mantenere alta e viva l’attenzione su questo delicatissimo tema, perchè questa proposta "pare rispondere pi a necessità di ordine pubblico che ai bisogni sanitari e sociali che emergono dal territorio" ristagna ancora in Commissione Sanità della Camera dei deputati .
Vorrei - nell’avviarmi alle conclusioni - chiedere la vostra attenzione su altri due temi che seguiamo da tempo:

  1. La promulgazione della legge sull’Amministratore di sostegno, da tempo in dirittura d’arrivo alla Commissione Giustizia della Camera;
  2. Il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.).

Psichiatria Democratica ritiene questi due temi fondamentali per i cittadini in tanti cittadini in difficoltà.
L’amministratore di sostegno, infatti, significa, concretamente, attenzione quotidiana ai bisogni delle persone in difficoltà ma anche la riduzione delle pratiche di interdizione ed il miglioramento della qualità della vita, una sorta di esplosione dei diritti elementari.
Nel mentre l’abolizione degli O.P.G. costituisce sia una scelta di civiltà che un avanzamento nel processo di deistituzionalizzazione iniziato con la promulgazione della legge di riforma(180/78) e, purtroppo, non ancora concluso.Su quest’ultimo tema auspichiamo - per il futuro - l’attivazione di sedi di maggiore approfondimento da parte dei giuristi che ci è apparso insufficiente negli ultimi anni.
L’appuntamento odierno ci offre la possibilità di ribadire l’assoluta necessità a mantenere ferma la barra sui diritti e sulla giustizia.
Sì, perchè come è stato sostenuto di recente, non basta essere buoni, bisogna essere giusti: la solidarietà è soltanto uno strumento non l’obiettivo.
L’obiettivo è la giustizia.
La solidarietà non ha senso se isolata dal contesto pi complessivo.
In questa ottica ci pare interessante segnalare alla vostra attenzione il lavoro svolto negli ultimi anni a Napoli dove P.D. ed MD napoletana, insieme alla CGIL- FP della città ed ai Cantieri sociali hanno dato vita ad un gruppo permanente di lavoro denominato "Laboratorio per le città sociali". Questo gruppo - che ha coinvolto attraverso convegni ed appuntamenti di approfondimento molte realtà associative, singoli cittadini, professionalità, mondo del volontariato organizzato ed operatori sociali e culturali anche dell’hinterland partenopeo - ha prodotto una proposta che prova a dare risposte ai cittadini senza fissa dimora.
Nel prossimo futuro si affronteranno altri temi di interesse colettivo: "l’Ufficio della vittima" ed un Osservatorio permanente sulle carceri. Questo del Laboratorio ci è parso uno strumento utile e per molti versi innovativo in quanto si propone di elaborare e promuovere cose concrete in uno spazio sempre aperto ed attraversabile, dove ciascuno può offrire esperienza ed al tempo stesso promuovere il progetto- percorso, all’interno di una elaborazione collettiva che mantiene sempre viva la necessità di coniugare teoria e prassi.
Un ultima considerazione: in questa epoca dove la vaghezza delle proposte, il dilettantismo e la superficialità della analisi hanno,di sovente, provato a sminuire il portato ed il significato della nostra Costituzione repubblicana, M.D. e P.D devono costituire un argine a processi di involuzione e di autoritarismo per favorire - di contro - la crescita della partecipazione democratica alla vita della nazione, acchè i diritti possano sempre essere esercitati, per la libera e reciproca cittadinanza di tutti.

23 01 2003
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