Comunicato sulle ’sedi agli uditori’ ovvero sulla mobilità

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Cari amici, dalla pubblicazione delle sedi agli uditori e dalle reazioni di sconforto ed amarezza che si succedono credo che occorra cogliere da un lato la drammaticità della situazione sul tema "trasferimenti", che mi sembra il Consiglio non abbia ancora colto, ma anche dall’altro l’estrema difficoltà in cui oggi il Consiglio si trova ad operare per rimettere in sesto una politica del personale razionale.

La rarefazione delle pubblicazioni nell’ultima consiliatura e la progressiva riduzione dei posti vacanti ha difatti ridotto la mobilità, creando un radicale cambiamento di situazione e di prospettive rispetto al recente passato che non si può ignorare.

Un dato dell’attuale situazione: il Consiglio si è trovato ad avere 517 posti vacanti di cui 352 da assegnare agli uditori. Da ciò è derivata "inevitabilmente" l’assegnazione anche di sedi appetite agli uditori sottraendole a chi è già in carriera), pur dovendosi ricordare che di queste sedi 100 sono in Sicilia, 53 in Calabria ed altre 74 nel Sud Italia. Il Consiglio poteva scegliere pi oculatamente alcune sedi (le puntuali osservazioni di Gamberini sono al riguardo da seguire) ma ciò avrebbe riguardato un cambio di 10 o 20 sedi, che francamente non mi sembra determinante.

Il problema mi sembra un altro: oggi è necessaria una politica che incentivi fortemente la mobilità, altrimenti tra due o tre anni sarà non solo impossibile trasferirsi dalle sedi difficili, ma anche all’interno delle stesse città.

Per questo credo che il Consiglio debba:

- non solo pubblicare ora a marzo i 138 posti pubblicabili, già preventivati, ma tutti quelli vacanti (ovvero 165), aggiungendo una larga quota di quelli d’appello, dovendosi favorire la mobilità anche verso l’alto e non dovendosi pi preoccupare di sguarnire le sedi disagiate che con l’assegnazione degli uditori sono tutte a pieno organico;

- utilizzare sin da questo bando la possibilità contenuta nella Circolare di indicare nel bando un elenco di sedi per le quali si procederà a copertura senza ulteriore pubblicazione, ove tali sedi si rendessero vacanti nel corso ed in ragione della stessa tornata di trasferimenti, che consentirebbe sia di rendere meno casuale la politica dei trasferimenti, sia di accelerare i tempi della copertura, sia di moltiplicare i posti pubblicabili;

- prevedere la pubblicazione, non appena istituiti, dei nuovi posti di organico creati per le sezioni lavoro delle corte di appello e mantenere l’idea già programmata di effettuare un nuovo bando a giugno ( dato che l’esigenza di creare mobilità può imporre di passare da due a pi bandi annui);

- prevedere il trasferimento dei colleghi che beneficiano della precedenza assoluta per la permanenza nelle sedi disagiate al di fuori dei bandi di concorso (come è previsto per la Ln.156/91). Non so se queste misure sono le sole possibili, quanto so è che è necessaria un eccezionale sforzo per dare un forte incentivo alla mobilità e ai trasferimenti, di cui non credo vi sia piena consapevolezza.

Oggi possiamo utilizzare l’occasione che ci dà l’aumento di organico che consentirà a molti di vedere soddisfatte le proprie aspirazioni, ma tra due o tre anni quando anche questa occasione sarà perduta trasferirsi sarà difficilissimo anche nella stessa sede, a meno che non mettiamo a punto da subito un sistema che rilanci e incoraggi la mobilità.

Su questo e sulle idee possibili vorrei davvero che tutti i colleghi, i diretti interessati anzitutto, diano proposte ed idee che possano aiutare anzitutto il Consiglio, anche perch altrimenti ci troveremo a procedere su binari obbligati, stretti tra una scopertura degli organici sempre pi ridotta e una sostanziale casualità delle assegnazioni, determinate pi dal momento in cui si libera un posto che da una politica razionale.

Un ultima osservazione, critica e propositiva, nei confronti dei colleghi del Consiglio: proprio in momenti difficili come questi dare risposte anche simboliche che dimostrino l’attenzione ai problemi è essenziale. Per questo una maggiore attenzione ad alcune sedi come quella raccomandata da Gamberini era essenziale, ma si è ancora in tempo di lanciare alcuni messaggi di attenzione, pubblicando tutte le sedi e dando la possibilità almeno per alcune situazioni) di pubblicare i posti di risulta.

E soprattutto la politica di incentivazione della mobilità deve diventare una priorità, altrimenti i prossimi anni li vivremo nell’immobilismo tra insoddisfazioni e proteste.

20 02 2003
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