G8: l'auspicio del rispetto dei diritti di tutti

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TUTELARE LA LEGALITA' ED I DIRITTI COSTITUZIONALI
La Costituzione italiana prevede i diritti incondizionati di associazione,
di riunione pacifica in luogo pubblico e di manifestazione del pensiero; gli
stessi diritti sono garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia
dei diritti dell'uomo e le libertà fondamentali del 4 novembre 1950, ed ora
anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, proclamata solennemente
al Consiglio europeo di Nizza nel dicembre del 2000.
Abbiamo assistito perciò con preoccupazione al dibattito che da mesi è in corso
sulle manifestazioni programmate dal Genoa social forum e da altre organizzazioni
in occasione della prossima riunione, a Genova, del vertice dei G8, dibattito
nel quale è parsa prevalere unicamente l'esigenza di tutela della sicurezza
dei Capi di Stato e delle delegazioni estere. Riteniamo infatti che tale esigenza,
che deve essere certamente garantita, non possa impedire la libertà di manifestare
e che il rischio di infiltrazione di frange violente tra i manifestanti non
possa provocare (come invece è avvenuto a Nizza proprio in occasione del Consiglio
europeo che ha proclamato la Carta dei diritti) un divieto generalizzato di
manifestazione del pensiero e del dissenso. Le iniziative di limitare diritti
fondamentali, quali quello di libera circolazione, rischiano di essere del tutto
ininfluenti, quando non controproducenti, sotto il profilo della sicurezza,
mentre rappresentano un pericoloso precedente di restrizione dei diritti costituzionali.
Per gli stessi motivi non possiamo che approvare le iniziative volte a contemperare
le esigenze di sicurezza del vertice con il rispetto di diritti fondamentali
delle società democratiche e pluraliste. Riteniamo che abbia un alto significato
politico, democratico e liberale l'esigenza di far uscire la discussione sui
molteplici temi connessi alla "globalizzazione" dal chiuso degli incontri riservati
ai Capi degli Stati ricchi e potenti, per discutere i temi dello sviluppo e
del terzo mondo pubblicamente e dialetticamente; i vertici del G8, grande rappresentazione
mediatica, essi stessi, della drammatica crisi in cui versano l'ONU e le altre
organizzazioni internazionali, non possono sottrarsi alla critica ed al dissenso.
Il c.d. movimento anti-globalizzazione, composizione variegata di associazioni
e gruppi di diverso orientamento politico e culturale reca con s, positivamente,
il rifiuto di delegare ad un ristretto gruppo di Paesi ed imprese economicamente
pi forti dell'occidente le strategie per lo sviluppo, senza alcun ruolo per
i Paesi pi poveri che devono affrontare i problemi del debito estero, della
assoluta dipendenza tecnologica, della fame, delle malattie di larghissimi strati
della loro popolazione. Il "popolo di Seattle", che è portatore di istanze per
una pi ampia tutela dei diritti della persona e dei popoli, evidenzia il problema
di un ordine politico ed economico mondiale che, nonostante le speranze nate
alla fine della Seconda guerra mondiale, non ha saputo assicurare n la pace,
n la democrazia ed il rispetto dei diritti umani, n uno sviluppo equo e solidale.
Auspichiamo quindi che il Governo, la città di Genova ed i manifestanti diano
prova di voler rispettare i diritti garantiti dalla Costituzione, ciascuno operando
perch il vertice e le manifestazioni di dissenso si possano svolgere pacificamente
e nel rispetto dei diritti di tutti e perch questo appuntamento divenga l'occasione
per un dibattito proficuo e non occasionale sui diritti dei popoli alla vita,
alla dignità della persona ed allo sviluppo compatibile con la loro cultura
e le risorse disponibili nel pianeta.
Milano, 13 luglio 2001

12 07 2001
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