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Sciopero generale dei lavoratori del 16 aprile 2002

L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Il 16 aprile i lavoratori e le lavoratrici italiani sciopereranno contro
le deleghe chieste dal Governo al Parlamento in materia di lavoro. Si
tratta di uno sciopero generale indetto dai Sindacati confederali contro
quello che appare un attacco ai diritti acquisiti dai lavoratori ed attuati
nello statuto del 1970.
La critica sindacale si è incentrata, in particolare, sulle ipotizzate
deroghe all'art.18 dello Statuto, che attualmente consente al Giudice
di disporre la reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamenti
senza giusta causa nelle imprese con pi di 15 dipendenti; ma, accanto
a questo, anche altri, ed ugualmente seri, sono i motivi di critica all'azione
del Governo che hanno indotto allo sciopero generale, ad esempio in materia
di decontribuzione previdenziale, scuola e politiche sociali e sanitarie.
I lavoratori dipendenti di tutta Italia scioperano per difendere il
principio del rispetto della dignità del lavoratore e della persona garantito
dall'art.18 ma anche per affermare nuovi e pi forti diritti per tutto
il mondo del lavoro, per difendere il regime costituzionale fondato sul
valore del lavoro umano. Cancellare o ridurre i diritti del mondo del
lavoro significa comprimere i diritti di tutti e creare una società meno
libera e pi ingiusta, così come indebolire o cancellare la indipendenza
della magistratura significa annullare il principio costituzionale secondo
cui tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge e quindi, in definitiva,
minori libertà e garanzie per tutti.
Anche la Magistratura associata è ormai da tempo in stato di agitazione,
contro un disegno politico restauratore - che, anche attraverso atti di
governo o la proposizione di alcune leggi, vuole intaccare il fondamentale
principio dell'uguaglianza dei cittadini e che cerca anche di minare lo
svolgimento di alcuni processi - e, in particolare, contro le riforme
governative in materia di giustizia; imminenti sono altre forme di protesta
contro l'ipotizzata riforma dell'ordinamento giudiziario, attraverso la
quale si vuole far compiere un passo indietro di 50 anni all'assetto ordinamentale
della Magistratura, e contro il disegno di legge di modifica dell'ordinamento
penale, idoneo ad intimidire i magistrati, configurando nuovamente un
Giudice attento non tanto ai diritti dei cittadini, quali enunciati dalla
Carta Costituzionale, quanto alle gerarchie interne ed alle aspettative
di carriera.
La sezione napoletana di Magistratura Democratica si sente idealmente
al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici che il 16 aprile sciopereranno,
esercitando in tal modo un diritto di protesta civile, garantito solennemente
dalla Costituzione; esprime la contrarietà a sia pur parziali deroghe
ad uno dei pochi strumenti legislativi caratterizzati da una pregnante
effettività; manifesta, soprattutto, la propria preoccupazione verso le
riforme governative che, in vari settori, sono dirette a smantellare quelle
conquiste sociali che tendono a rendere il nostro Paese quanto pi possibile
"una Repubblica democratica fondata sul lavoro".
Napoli, 11 aprile 2002
L'esecutivo della sezione napoletana di Magistratura democratica


Indirizzo:
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