La famiglia senza giudici e senza tutela

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Cari amici,
Vi invio di seguito due contributi relativi al disegno di
legge che abolisce i Tribunali dei minori (la scheda predisposta da Md già in circolazione e un intervento di Antonella di Florio). Ieri 14 ottobre 2003 è cominciata la discussione del ddl alla Camera ed il rischio è che questa abolizione passi nel pi totale disinteresse. In realtà si tratta di un passaggio drammatico che fa fare alla nostra società passi indietro di decenni: il frutto sarà quello di abbandonare la tutela del minore, di escludere lo Stato da ogni ingerenza nella vita della famiglia (anche di quella violenta ed abusante), di privatizzare i servizi, di distruggere la
specializzazione dei giudici togati, di privarci dell'apporto dei giudici onorari per poi dover ricorrere a costose consulenze.
So bene che anche in magistratura non vi è la necessaria attenzione, grazie anche ad una diffusa quanto inaccettabile, concezione che vede i giudici minorili (e non solo loro) come magistrati di serie C (alla faccia del precetto costituzionale), ma credo debba essere chiaro a tutti che questa abolizione avrà un forte impatto anche sugli altri uffici che si vedranno arrivare tutto il carico e le problematiche delle questioni minorili senza
avere alcuna specializzazione e preparazione, con enormi perdite di tempo e con grandi difficoltà a mantenere una qualità accettabile.
Non vi sono funzioni giudiziarie meno degne e non vi sono settori che possiamo abbandonare a loro stessi. L'Onu in una raccomandazione del 2002 stimolava tutti gli Stati a costituire Tribunali dei minorenni e noi li stiamo abolendo.
Anche questa è una battaglia di tutti che dobbiamo fare coinvolgendo tutti i potenziali alleati, dagli avvocati, agli operatori dei servizi alla
cultura giuridica (e non) del settore.
1.
L'ABOLIZIONE DEL TRIBUNALE DEI MINORI

Il 31 luglio 2003 la Commissione Giustizia della Camera ha approvato la riforma della giustizia minorile.

Si prevede: la soppressione dei Tribunali per i minorenni e il
trasferimento delle relative funzioni civili, penali e amministrative al
tribunale ordinario con istituzione, a organico invariato, di sezioni
specializzate addetta alla trattazione dei processi penali a carico di
minori e dei procedimenti civili in materia di minori, famiglia, stato e
capacità delle persone, da istituirsi nelle sedi con adeguato organico e
carico di lavoro;
la riduzione dei componenti onorari nel settore penale e la previsione di
sole competenze istruttorie per gli onorari nel settore civile;
la possibilità di attribuire alle sezioni in caso di particolari esigenze
dell'ufficio, competenze ulteriori.

La magistratura associata da tempo sostiene l'opportunità dell'unificazione
delle competenze in materia di minori e famiglia in un apposito Tribunale
della famiglia o in una sezione specializzata, con elevata autonomia
organizzativa e competenza esclusiva, che giudichi in composizione
monocratica, collegiale togata e collegiale con l'apporto degli esperti a
seconda delle materie.

E' essenziale il mantenimento della componente onoraria (quanto meno) con
riferimento ai giudizi di adottabilità e sulla potestà dei genitori;
infatti, solo l'apporto degli esperti nella trattazione e nella decisione
dei casi garantisce una vera specializzazione del giudice in settori
caratterizzati da un'ampia discrezionalità (essendo il criterio-guida
dell'azione giudiziaria l'esclusivo interesse del minore) e dall'uso
necessario di saperi extragiuridici (psicologici, psichiatrici,
sociologici, pedagogici &.) per conoscere la realtà e prevedere gli effetti
dell'intervento giurisdizionale;

Il problema della giustizia minorile non è il giudice, ma il processo: la
magistratura associata, e in specie quella minorile, da almeno un decennio
sostiene la necessità di una regolamentazione del processo minorile secondo
i principi costituzionali del giusto processo, ma niente dice la legge.

Un giudice della famiglia, inserito in un tribunale ordinario che vede
aumentare le sue competenze a organici invariati, finirà ben presto a
integrare collegi penali o a fare sfratti e locazioni (tanto dei bambini se
ne occupano le loro famiglie!); e allora forse (e non vorremmo) saranno
maturi i tempi per privatizzare le adozioni (in specie internazionali) e
lasciare il campo libero agli enti; e chi oggi scaglia pietre contro i giudici minorili sarà ben felice di sopperire alla mancanza di conoscenze specialistiche di questo giudice, con ovviamente ben retribuite, consulenze.
2.
LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA MINORILE

A proposito della scarsa conoscenza dei "sommovimenti in atto",di cui
parlava il civilnauta Barbera, vorrei segnalare che analoga mancanza di
informazione è percepibile in relazione alla progettata soppressione dei
Tribunali per i Minorenni ed alla complessiva riforma della giustizia minorile.
Infatti, il 31 luglio 2003 la Commissione Giustizia della Camera ha
approvato la riforma della giustizia minorile. In essa si prevede, in sintesi:
a) la devoluzione alle sezioni specializzate dei tribunali ordinari
di tutte le materie di competenza del tribunale per i minorenni (civile,
penale, amministrativa), unitamente a quelle devolute alla competenza del
giudice tutelare e del tribunale ordinario in materia di rapporti di
famiglia e di minori e allo stato e alla capacità delle persone;
b) l'istituzione delle predette sezioni specializzate presso tutte le
Corti d'Appello e nelle sedi dei Tribunali rispondenti ai requisiti di un
adeguato organico: nelle sedi dove non viene istituita,
l'operatività della sezione specializzata e del relativo ufficio della
Procura della Repubblica, viene
garantita attraverso la previsione di sezioni del Tribunale e uffici del
Pm itineranti;
c) che ai giudici assegnati alle sezioni specializzate possano essere
devoluti anche altri affari civili, con adeguata motivazione, in casi
eccezionali, dovuti ad imprescindibili esigenze di servizio e purchè ciò
non comporti ritardo nella trattazione delle controversie previste nella
presente legge;
d) che anche ai magistrati "specializzati"della Procura possano essere
devoluti altri affari penali, in casi eccezionali, dovuti ad
imprescindibili esigenze di servizio e purchè ciò "non comporti ritardo
nella trattazione delle controversie previste nel testo de ddl in esame";
e) i giudici onorari non potranno pi comporre il collegio per le
decisioni in materia civile ed avranno solo il compito di delineare
il profilo psicologico del minore e svolgere le audizioni nelle procedure
di adozione;
f) si esclude espressamente che l'organico dei magistrati delle
sezioni specializzate e degli uffici delle Procure possa essere aumentato;
L'impianto complessivo della riforma appare un ennesimo tentativo di
depotenziare l'esercizio della giurisdizione in un settore in cui la tutela
è rivolta a soggetti deboli, quali sono i minorenni, in quanto:
1) vanifica la specializzazione del giudice al quale non viene affatto
garantita l'esclusività delle funzioni : la possibilità di deroga alla
assegnazione degli affari di stretta competenza delle sezioni fa ritenere
che soprattutto nei tribunali di medie e piccole dimensioni il ricorso alla
assegnazione di "altri affari" costituirà la regola e non l'eccezione
teoricamente prospettata;
2) emargina il ruolo degli onorari, rende ambigua la loro funzione e
sottrae preziose energie alla trattazione dei procedimenti civili: deve
infatti considerarsi che gli esperti non verranno numericamente rimpiazzati
da altri giudici, mentre è previsto un sensibile aumento complessivo,
anche numerico, delle competenze delle sezioni specializzate;
Il testo della riforma così come approvato liquida sommariamente un sistema
di giustizia minorile assunto a modello da altri paesi, ed appare in
controtendenza rispetto alla pi recente legislazione comunitaria nonch
agli impegni assunti dall'Italia in sede internazionale: inoltre risulta
contrastante con i principi costituzionali, visto che i minori, soggetti
deboli, verrebbero privati di una tutela giurisdizionale rapida ed efficace.
Si osserva che:
a) la magistratura associata da tempo sostiene l'opportunità dell'
unificazione delle competenze in materia di minori e famiglia in un
apposito Tribunale della famiglia o in una sezione specializzata, con
elevata autonomia organizzativa e competenza esclusiva, che giudichi in
composizione
monocratica, collegiale togata e collegiale con l'apporto degli esperti a
seconda delle materie;
b) è essenziale il mantenimento della componente onoraria (quanto
meno) con riferimento ai giudizi di adottabilità e sulla potestà dei genitori;
infatti, solo l'apporto degli esperti nella trattazione e nella decisione
dei casi garantisce una vera specializzazione del giudice in settori
caratterizzati da un'ampia discrezionalità (essendo il criterio-guida dell'
azione giudiziaria l'esclusivo interesse del minore) e dall'uso necessario
di saperi extragiuridici (psicologici, psichiatrici, sociologici,
pedagogici ..) per conoscere la realtà e prevedere gli effetti dell'
intervento giurisdizionale;
c) il problema della giustizia minorile non è il giudice, ma il
processo: la magistratura associata, e in specie quella minorile, da almeno
un decennio sostiene la necessità di una regolamentazione del processo
minorile secondo i principi costituzionali del giusto processo, problema
che con questa riforma rimane irrisolto.
Un giudice della famiglia, inserito in un tribunale ordinario che vede
aumentare le sue competenze a organici invariati, finirà ben presto a
integrare collegi penali o a fare sfratti e locazioni: con incomparabile
danno per la giustizia dei minori e con ulteriore aggravamento delle
condizioni della giustizia ordinaria.
Per questo la riforma della giustizia minorile diventa un problema di
tutti. Credo che, proprio alla luce di ciò che sta accadendo, è
particolarmente importante che i giudici minorili "non vengano lasciati
soli" e che la partecipazione al dibattito anche su tale settore della
giurisdizione sia
ampio e veda la partecipazione anche di professionalità non specializzate.
Segnalo, al proposito che dal 13 al 16 novembre p.v., a Parma, ci sarà il
congresso nazionale dell'Aimmf, che affronterà il tema del rapporto fra
famiglia e giurisdizione(Genitori, figli e giustizia:autonomia della
famiglia e pubblico interesse), e che dedicherà un'intera sessione alla
riforma in discussione in Parlamento.
Credo che sarebbe importante una presenza massiccia, che vada oltre gli
addetti ai lavori e che faccia capire che anche la giustizia minorile,
oltre che l'ordinamento giudiziario ( e tutto il resto), deve essere
salvaguardata da operazioni esclusivamente demolitorie.
Per ulteriori informazioni sul programma è consultabile il sito
www.minoriefamiglia.it.

Antonella Di Florio

14 10 2003
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