L'azione disciplinare esercitata dal Ministro nei confronti dei
sostituti procuratori della repubblica di Milano, dott.ssa Ilda
Boccassini e dott. Gherardo Colombo, è il coronamento di un'impropria
attività difensiva messa in atto dall'imputato Previti che ha trovato
ascolto presso il Ministro.
E' di lettura immediata la gravità di una vicenda che giunge autilizzare strumenti istituzionali diretti al buon andamento della
giustizia, quali le ispezioni ministeriali, per interferire su processi
in corso e per cercare di intimidire chi in quel momento sostiene
l'accusa in un processo.
Tra l'altro una lettura della stessa contestazione evidenzia
sconfinamenti che appaiono preoccupanti.
Le scelte sulla gestione processuale sono scelte che non consentono
censure disciplinari e non è il Ministro che può determinare se un
fascicolo doveva essere iscritto a noti o ignoti o se vi erano ulteriori
possibilità di indagine.
N nel caso sono ravvisabili comportamenti anomali o abnormi: la stessa Cassazione affrontando la questione ha chiarito la totale correttezza dei Pm milanesi.
D'altro canto l'unico che può decidere se è da opporre o meno il segreto investigativo, per salvaguardare le indagini in corso, è il titolare dell'azione penale, come pi volte ha sancito entrando nel merito di questo, come di casi analoghi, il Csm
La presente è una vicenda grave che evidenzia la deriva cui siamo giunti nel nostro Paese in cui sempre pi viene posto sul banco degli accusati chi svolge il proprio ruolo cercando di rendere giustizia e non chi è accusato di gravi reati.
La nostra pi totale solidarietà a Ilda Boccassini e Gherardo Colombo.