La magistratura: due brevi considerazioni

  • warning: Parameter 1 to theme_field() expected to be a reference, value given in /home/magistra/public_html/platform/includes/theme.inc on line 170.
  • warning: Parameter 1 to theme_field() expected to be a reference, value given in /home/magistra/public_html/platform/includes/theme.inc on line 170.
  • warning: Parameter 1 to theme_field() expected to be a reference, value given in /home/magistra/public_html/platform/includes/theme.inc on line 170.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.
  • : Function ereg() is deprecated in /home/magistra/public_html/platform/includes/file.inc on line 647.

Zoom | Stampa

Paradossalmente la riforma costituzionale approvata in parlamento ha avuto un grande valore: quello di fare chiarezza.
Adesso sappiamo che i valori che sono stati fondamentali nella genesi e nell'evoluzione della nostra costituzione, non erano ritenuti realmente patrimonio comune da tutti condiviso. Si è finalmente svelato un equivoco storico. Una parte del paese finora ha sopportato la nostra costituzione finch questa è rimasta parzialmente attuata, ha accettato la separazione dei poteri finch la magistratura non ha dato fastidio al potere politico, ha sostenuto il parlamentarismo finch era comodo, ma appena se n'è presentata l'occasione cerca di liberarsene. La vera natura di chi non ha mai condiviso, culturalmente e politicamente, i valori e l'equilibrio della nostra democrazia costituzionale, adesso si esprime chiaramente non hanno pi bisogno di camuffarsi e di mostrare, ipocritamente, di riconoscersi nel significato pieno della carta fondamentale. Ed ecco quindi l'affermazione che la costituzione è un "inutile intralcio", che occorre trasformare gli organi di garanzia in strumenti della maggioranza per l'affermazione del "comune sentire" e che è pi pratico portare il parlamento ad essere un organo esecutivo dell'esecutivo governativo. Finalmente ce lo hanno detto, prima lo sospettavamo, ma ora lo sappiamo.
Tutto questo può trasformarsi anche in un vantaggio perch i termini dello scontro politico-istituzionale sono ormai chiari e non ci possono pi essere sottili distinguo o parziali riconoscimenti, sono visioni opposte. E chi intende rifarsi al modello costituzionale vigente deve difenderlo e valorizzarlo, non si può accettare un terreno di confronto quando le premesse e gli obiettivi appartengono a mondi diversi e inconciliabili.
E' da questa premessa che deve basarsi la prima forza di chi intende difendere la costituzione per quello che ha rappresentato e rappresenta, sapere cosa stiamo rischiando deve far capire il valore di quello che abbiamo, dando priorità ad una vera e propria "resistenza costituzionale".

La magistratura, e Magistratura democratica in particolare, sono state negli ultimi anni l'obiettivo principale di un disegno preciso e determinato che mira ad alterare di fatto l'equilibrio fra i poteri come voluto dalla nostra Costituzione.
Un filo logico ha sempre unito i violenti attacchi alla giurisdizione, nelle varie occasioni in cui una decisione giudiziaria è stata sgradita alla maggioranza politica, e le linee di intervento legislativo del governo sull'assetto ordinamentale della magistratura, dalla riforma del csm a quella dell'ordinamento giudiziario. Questo filo tende a realizzare un obiettivo lucido, e nel contempo micidiale, quello di determinare di fatto la soggezione della magistratura, quale principale autorità di garanzia, al disegno politico della maggioranza. Per fare ciò occorreva determinare una fondamentale torsione preliminare: quella di proporre come normalmente accettabile la valutazione delle sentenze, e del ruolo della giurisdizione, secondo i criteri della politica, seguendo le logiche della stessa, indipendentemente dai fatti e dal diritto, prescindendo, quindi, dallo stato di diritto.
E' questo quindi il punto cruciale di una strategia dirompente: snaturare la giurisdizione attribuendole un significato da interpretare con le lenti della politica per svalutare lo stato di diritto, per alterare l'ordine costituzionale prefigurato dalla Costituzione, attribuendo alla giustizia un ruolo servente, adattabile e funzionale al primato del potere della maggioranza.
Il primo destinatario di questa strategia siamo ovviamente noi, noi magistrati, ai quali, in vario modo e con tutti i toni e le forme, sono stati rivolti messaggi sempre pi significativi e progressivamente pi incisivi. Siamo anzitutto noi, la nostra professionalità, la nostra dignità, la consapevolezza del nostro ruolo ad essere il primo obiettivo ed il primo bersaglio. Se avessimo ceduto accettando supinamente le interpretazioni della legge imposte dal "comune e potente sentire", se avessimo accettato di chiudere tutti e due gli occhi in determinati processi, se avessimo in sostanza accettato di far parte del potere voluto dalla maggioranza, avremmo smesso di essere giudici, ma avremmo finito di essere costantemente oggetto dei pi sfrenati attacchi e, probabilmente, la riforma dell'ordinamento giudiziario non sarebbe stata proposta in modo così stravolgente e punitivo.
Ma abbiamo retto, come singoli e come categoria, grazie alla qualità professionale dei molti colleghi che si sono trovati a ricoprire il ruolo in processi "sensibili" e alla loro capacità di non cedere di fronte alle pi forti pressioni; ma grazie anche all'associazionismo giudiziario, alla dirigenza dell'Anm che ha saputo interpretare con autorevolezza e fermezza il ruolo di opposizione sociale contro un disegno destabilizzante e grazie a Md che ha svolto un ruolo insostituibile di sensibilizzazione e di reazione pronta ed efficace in tutti gli snodi pi delicati, ponendo con forza l'accento sulla centralità dei temi ordinamentali nel contesto del pi grave conflitto politico-istituzionale che abbia vissuto la nostra repubblica.
Lo sforzo compiuto è stato grande ma non può essere eterno, questa è la sfida pi importante, la magistratura non è abituata, non è attrezzata per reggere all'infinito. Il rischio è che si cedano giorno per giorno fette importanti del nostro ruolo e delle nostre prerogative, o che qualche volta si rinunci al nostro primo dovere: la tutela e la garanzia dei diritti. Ma dalla radicalità del conflitto che stiamo vivendo abbiamo anche sviluppato una capacità di analisi e di idee che prima o poi saranno utili per la magistratura e per la società intera; è anche per questo che Md deve essere capace di rappresentare, per tutta la magistratura, un modello di forza e di fermezza.

11 05 2005
© 2024 MAGISTRATURA DEMOCRATICA ALL RIGHTS RESERVED WEB PROJECT AND DESIGN AGRELLIEBASTA SRL