La sfida della professionalità nell'esperienza della magistratura progressista

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Ho perso il conto dei congressi di Magistratura Democratica ai quali ho preso parte, anche perchè ho cominciato a frequentarli che ero uno studente in giurisprudenza.
E, che io ricordi, l'orizzonte della politica, meglio, dei rapporti della politica ha costituito il filo conduttore di tutti i congressi.
Ma, a differenza degli altri, questo congresso presenta un elemento di novità.
A nessuno di voi è sfuggito che la Puglia è cambiata. E non perch uomini e donne che si richiamano ai valori della sinistra sono al governo delle istituzioni. Non che questo non conti, anche la nostra corrente, la nostra storia collettiva ed individuale si ispirano a quei valori.
Ma quello che è successo in Puglia è qualcosa di piu', perch in questa stagione politica hanno trovato rappresentanza le domande che salgono dalle vecchie povertà degli emarginati e dalle nuove povertà del lavoro dipendente, dai ceti giovanili che vivono l'angoscia di un futuro pieno di incognite, hanno trovato rappresentanza le domande di sanità, ambiente, lavoro. Ed anche i magistrati dei due distretti di Bari e Lecce, figli di questa terra, partecipi piu' ancora che interpreti delle vicende umane e sociali che hanno attraversato la Puglia in questo ultimo decennio, hanno saputo cogliere i segni di questa nuova stagione politica e sociale.
Il lento ma inesorabile affermarsi fra i Magistrati pugliesi di un'area di consenso alle correnti che piu' si richiamano ai valori del cambiamento è il risultato piu' evidente che anche fra noi qualosa di molto importante è avvenuto.
No, non si è trattato della sapiente alchimia di qualcuno, non si è trattato delle tattiche elettoralistiche di questo o quel collega, quello che è avvenuto è il portato di un processo piu' lungo, che data da anni e che infine è venuto alla luce, come un fiume carsico.
La lunga permanenza di colleghi di Magistratura Democratica alla Presidenza della Giunta Distrettuale di Bari dell'Associazione Nazionale Magistrati, a dispetto dell'impegno professionale a lungo profuso ai limiti delle umane possibilità, l'affermazione, tutta personale, di altri colleghi di Magistratura Democratica alla Presidenza della nuova Giunta Distrettuale di Bari dell'Associazione Nazionale Magistrati e nel Consiglio Giudiziario sono espressione di professionalità a lungo maturate nei palazzi di Giustizia, del loro sapersi misurare con le mille difficoltà di un lavoro sempre piu' complesso, con gli avvocati, con i dirigenti degli Uffici giudiziari, con le domande di un mondo che cambia ma che non smette di guardarci e giudicarci, sono espressione del loro sapersi misurare con i fermenti della società, delle associazioni, dei movimenti, dei partiti.
Non di rado, quei colleghi provengono da esperienze e culture professionali diverse. Ma una cosa è certa, nonostante la loro indubbia diversità: sono espressione di quella cultura e pratica della legalità che hanno segnato l'operato di parte della magistratura pugliese in questi anni, sono la rappresentazione di un modello professionale ed umano di magistrati che hanno fatto della crescita della propria e dell'altrui professionalità il segno piu' tangibile della loro presenza nell'Istituzione giudiziaria.
Parlando della Puglia e dell'ambito penale che conosco meglio, io posso dire che la soglia della illegalità negli ambiti di criminalità organizzata, nella pubblica amministrazione, perfino nelle comunità piu' chiuse quali le famiglie si è certamente abbassata.
Tutto questo è certamente un merito di parte della Magistratura pugliese e del suo impegno.
I Magistrati hanno saputo rivendicare la propria indipendenza come Istituzione e la propria autonomia come singoli, nei rapporti con le forze di polizia, con i mezzi di informazione, con il ceto politico, con gli avvocati, con i propri dirigenti.
Tutto questo è il segno di una crescita di consapevolezza del proprio ruolo.
Ebbene, quella crescita, l'affermazione di un modello professionale che buona parte della magistratura pugliese ha saputo costruire in questo decennio rappresenta il contributo piu' forte che molti colleghi hanno voluto offrire - nella pratica quotidiana e costante del proprio servizio, spesso taciturna, a volte sofferta e contrastata - alla causa della magistratura associata ed in particolare alla affermazione dei valori delle correnti progressiste nella magistratura.
L'impegno professionale della magistratura pugliese è stata la rappresentazione viva dei valori delle correnti progressiste in magistratura, è stato il gesto di militanza quotidiana diffusa che ha portato al successo di Magistratura Democratica e dei Movimenti.
Io so bene che tutto quello che ho fin qui detto risponde alle ragioni del cuore, delle proprie radici, della propria terra.
Ma io sono certo che questa esperienza di militanza diffusa non appartiene soltanto a quella parte della magistratura pugliese che ha saputo riconoscersi nelle correnti progressiste.
Quella parte della magistratura che ha saputo fare della crescita della propria e dell'altrui professionalità gesto quitidiano di militanza associativa è esperienza diffusa che attraversa tutta l'Italia, e se questo è un dato che abbiamo certamente il dovere di attenderci dai grandi centri giudiziari, non può non riempirci di orgoglio che questa crescita di professionalità, questo gesto quotidiano di militanza associativa progressista abbia trovato attenti interpreti anche negli uffici giudiziari piu' piccoli, dove forte si fa il controllo interno ed esterno sull'operato del singolo magistrato e dove pertanto la testimonianza di proessionalità del singolo è atto solitario e sofferto, per questo, piu' coraggioso, piu' grande.
Tutto questo ci ha consentito di attraversare un decennio di solitudine politica ed istituzionale, tutto questo è stato il supporto materiale ed umano senza del quale la nostra bravissima dirigenza non avrebbe potuto portare avanti questa lunga e logorante contrapposizione dialettica a chi ha tentato, e non smette, n smetterà, di alterare i rapporti fra le istituzioni, nelle istituzioni, per ridurre al silenzio la nostra soggettività.
Tutto questo ha consentito e deve consentirci di continuare :
   a) nella difesa dell'autogoverno;
   b) nella difesa dell'ordinamento giudiziario, che vogliamo cambiare ma in senso piu' aderente alla vigente Costituzione;
   c) nella difesa dell'assetto costituzionale e dell'equilibrio fra i poteri.
Ma tutto questo ha un senso, ora o in prospettiva, se sapremo sviluppare un impegno associativo che consenta alla Magistratura tutta di rendersi garante di quei diritti che oggi cominciano a riaffacciarsi nel cuore e nella mente della gente.
Pino Scelsi

15 05 2005
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