Per un programma di Magistratura democratica per le elezioni del CSM

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Per un programma di Magistratura democratica per le elezioni del C.S.M.

Le prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Superiore della Magistratura saranno di particolare importanza perch certamente nel prossimo quadriennio il Consiglio verrà chiamato - qualunque maggioranza uscirà dalle elezioni politiche di primavera - ad un'attività molto impegnativa sia sul piano dei principi sia su quello dell'organizzazione e del governo della magistratura.
I "guasti" della contro-riforma dell'ordinamento giudiziario non si risolveranno con un colpo di spugna, anche qualora la legge di riforma ed i decreti delegati nel frattempo approvati fossero abrogati completamente. Già da tempo nel corpo della magistratura si respira un clima di ripiegamento ed accettazione supina, quando non di condivisione, di una strutturazione gerarchica dell'ordine giudiziario, a cominciare dalle procure, ed una sorta di autocensura strisciante rispetto ai "desiderata" del ceto politico e dei "poteri forti".
Occorre dunque sapere che in ogni caso la battaglia dentro e fuori il C.S.M. sarà comunque molto intensa ed avere perciò chiari gli obiettivi ed i valori fondanti della politica del gruppo e dell'organo di governo autonomo.

Questo impone, da un lato, la stesura di un programma elettorale di Md che non espliciti necessariamente la generica fissazione di tutte le questioni da affrontare (sebbene siano fondamentali da questo punto di vista la ricostruzione, le indicazioni e le riflessioni onnicomprensive del documento dell'esecutivo di fine ottobre), ma individui le "urgenze" su cui marcare la "diversità" di Magistratura democratica (senza timori di ingenerare conflitti con le altre correnti) e nel contempo i terreni di possibile incontro con le altre componenti della magistratura progressista; dall'altro, la successiva ricerca di candidature che abbiano un consistente profilo di militanza politica nel gruppo, siano cioè espressione della capacità di sintesi politica sviluppata negli anni da Md e non soltanto di professionalità individuali: certamente, attenti alla "valorizzazione delle intelligenze" invocata da taluno, ma privilegiando le storie politiche pi che professionali dei candidati, in quanto gli eletti si troveranno di fronte un cammino difficile nell'alta amministrazione del governo autonomo, per il forte tasso di politicità degli interventi del primo Consiglio post-riforma e gli intuitivi problemi di ordine applicativo, interpretativo, di successiva normazione secondaria.

Certamente sui temi del C.S.M. e del governo autonomo non è necessario partire da zero, vista l'elaborazione del gruppo su quasi tutti degli aspetti di essi; dunque è agevole recuperare le idee e le elaborazioni già espresse.
Riteniamo, peraltro, che vadano precisati due punti preliminari.
a) Il primo punto, che deve essere chiaro e argomentato anche nella posizione di Md nella contesa elettorale, riguarda un dato fondamentale: va affermato senza mezzi termini che, così com'è strutturato e per come sono aumentate a dismisura le sue competenze, il C.S.M. non è in grado di fare fronte adeguatamente a tutte le questioni, non è in condizione di funzionare secondo tempi e modi accettabili; dunque, è assolutamente indispensabile un forte decentramento delle funzioni ora centralizzate presso il C.S.M. a favore dei Consigli giudiziari riformati. Altrimenti ogni discorso teorico rischia di naufragare nel mare delle cose non fatte o fatte male.
E' evidente che questo è prima di tutto un problema di riforma della disciplina primaria (si condividono le osservazioni parzialmente positive dell'A.N.M. sullo schema di decreto per la riforma dei C.G. e l'istituzione del C.D. della Cassazione e le indicazioni emerse nella riflessione dell'associazione "Italianieuropei"), che dunque dovrà agire soprattutto in materia di valutazione delle tabelle degli uffici, dei pareri per nomina di direttivi e semidirettivi e di gestione della magistratura onoraria.
La questione in ogni caso investe anche il C.S.M. per un diverso e pi attento atteggiamento (molte volte venuto meno in questi anni) riguardo ai pareri, alle indicazioni ed alle sollecitazioni espresse dei C.G.
b) Il secondo concerne la legge elettorale con cui sarà eletto il prossimo Consiglio. E' assolutamente probabile che, qualunque sia il governo nazionale (v. ancora gli "appunti" in tema di Giustizia di "Italianieuropei"), verrà posta mano ad una ennesima riforma della legge elettorale, stavolta in senso proporzionalistico: assurdo per il centrodestra innovare in tale senso la legge elettorale politica senza porre mano anche alla legge sul C.S.M. (su cui punta molto MI), mentre - anche sulla base di nostre indicazioni e pressioni - certamente questo potrebbe rappresentare una priorità per il centrosinistra al governo.
Ciò comporterà inevitabilmente un collegio unico nazionale e dunque, riguardo alla scelta dei candidati, la peculiare e forse ancora maggiore attenzione ai profili di "evidenza" politica di essi, anche rispetto ai comprensibili (ma non sempre giustificabili) equilibri - a livello di candidature e di eletti - geografici tra le sezioni.

I punti forti del programma di Md, momenti distintivi rispetto agli altri gruppi associativi, sono per noi i seguenti.
a) La questione della nomina agli incarichi di responsabilità (direttivi e semidirettivi).
Sul punto negli anni la elaborazione di Md è stata intensa ed approfondita, dal seminario di Firenze della primavera del 2004 ai successivi approfondimenti. Nel giugno 2005 il Consiglio in carica ha deliberato modifiche alla disciplina secondaria sul tema.
Confermata la scelta intransigente di Md per l'integrale soppressione delle previsioni della legge di contro-riforma, crediamo rappresenti un'ottima base di "proposta agli elettori" il progetto nel luglio scorso presentato dai cinque attuali consiglieri di Md che rivisita la materia verso scelte di forte innovazione su cui dobbiamo chiamare al confronto/scontro le altre correnti intessendo il dialogo coi colleghi.
Elementi essenziali e condivisi della proposta sono - l'unificazione di disciplina per il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi; - la trasparenza complessiva dell'attività consiliare realizzata attraverso la fissazione di parametri valutativi cogenti anche per i direttivi; - la riduzione del peso dell'anzianità mediante l'eliminazione della fascia e la rimodulazione dei punteggi aggiuntivi per attitudini; - la centralità dei momenti formativi ad hoc.
Questa base di partenza va integrata sia
1) attraverso la formalizzazione dell'onere generale di presentazione da parte dei candidati di un "programma organizzativo" dell'ufficio per cui si concorre, sia soprattutto
2) con alcune scelte coraggiose in tema di temporaneità degli incarichi (peraltro materia della legislazione primaria) e di pari opportunità di genere, che possono formare oggetto di specifica indicazione di Md in sede di programma elettorale: non per ripetere cose dette oramai da tutti, ma per formulare ipotesi plausibili, espresse anche nella discussione telematica degli iscritti di Md, sulla rotazione annuale nell'incarico semidirettivo dei componenti la sezione e la disposizione di favore per il genere sottorappresentato (donna) a parità di punteggio con il candidato di sesso diverso (uomo).
b) La questione delle tabelle degli uffici.
Md anche su questo punto vanta una ricca elaborazione e sta lavorando molto.
Si tratta di porre al centro della linea politica del gruppo questa priorità in senso vero e proprio: per garantire in generale la diffusione della cd. cultura tabellare tra tutti i magistrati (e soprattutto tra i dirigenti) e per trovare forme di adeguata tempestività per le verifiche dei C.G. e del C.S.M. Non è ammissibile che l'approvazione o ancor peggio la mancata approvazione delle tabelle di un ufficio giunga ad anni di distanza vanificando ogni controllo ed ogni imposizione di diversa organizzazione. Occorre invece che tempestivamente (qui il decentramento è cruciale) si conosca e si decida, ma poi inoltre si sanzioni la mancata osservanza delle regole generali e di quelle fissate nelle singole tabelle.
Questo - lo sappiamo bene - è uno snodo fondamentale per il recupero di credibilità del servizio tra gli addetti ai lavori e tra i cittadini utenti. Diviene perciò essenziale il lavoro svolto dalle diverse cd. commissioni flussi per l'elaborazione di griglie credibili di rilevazione per la valutazione del lavoro complessivo degli uffici e dei singoli magistrati, nonch la scelta di criteri trasparenti ed efficaci per l'organizzazione degli uffici, come nell'ottobre 2005 il C.S.M. ha fatto per l'organizzazione e l'assegnazione degli affari per gli uffici giudicanti di 2 grado. Altrettanto cruciale - per il programma elettorale di Md - centrare l'attenzione sulla necessaria responsabilizzazione di ogni giudice rispetto a questi temi organizzativi del lavoro dei magistrati.
c) L'adeguatezza dei controlli preventivi e delle risposte repressive alle condotte dei magistrati incompatibili con i principi ispiratori del nostro "modello" di giudice, ossia la cd. questione morale, anche a nostro parere (come già segnalato nella discussione "allargata"), riveste un ruolo importante da autentico discrimine (su cui forse sarà maggiore la difficoltà di accordo con i gruppi pur a noi pi vicini), per chiarire la "politica" di Md per il C.S.M. Attenzione; non si tratta di affermare la necessità di omologazione "forzosa" tra tutti i magistrati italiani, bensì di adesione convinta ad un modo di rendere la giurisdizione adeguato alle esigenze degli utenti, ad una gestione del governo autonomo della magistratura che respinga ogni chiusura corporativa e sappia eliminare "ogni abuso, ogni negligenza, ogni inadeguatezza professionale": cose che conosciamo e che "vivacchiano" negli uffici.
La condiscendenza clientelare o anche solo di comodo verso queste situazioni ha già arrecato danni gravissimi all'immagine ed alla stessa capacità operativa della magistratura. Opporsi radicalmente a tutto ciò - in ogni ganglio del governo autonomo, in ogni ufficio sparso sul territorio - è una priorità politico-culturale che rappresenterebbe davvero un segnale forte di "svolta e cambiamento": per fare ciò e proporlo agli elettori (quanti bravi, onesti ed operosi colleghi lamentano "opacità" anche di Md sul punto, nonostante gli sforzi dei nostri consiglieri e le cose ricordate da Giovanni Salvi in un scritto recente) non solo è necessario un esercizio meno lassista dell'art. 2 della legge sulle guarentigie, ma soprattutto in primo luogo l'attivazione di tutti i canali di conoscenza utili (torna l'importanza dei C.G.) e quindi in sede consiliare il rifiuto di ogni logica di tutela purchessia e di "compensazione corporativa" e la denuncia di tali prassi.
Su questo, siamo certi, anche Magistratura democratica giocherà molto delle sue capacità e della sua credibilità.

Firenze, novembre 2005
la sezione toscana di Magistratura democratica

22 11 2005
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