Pubblicato su Magistratura Democratica (http://old.magistraturademocratica.it/platform)

La libertà femminile all'origine della vita

Non da oggi assistiamo nel nostro paese ad un forte attacco alla libertà femminile ed al principio di autodeterminazione delle donne e, nello stesso tempo, ad un vero assalto senza precedenti al principio di laicità dello Stato: dapprima, il riconoscimento della personalità giuridica dell'embrione, soggetto di diritti al pari e contro quelli della madre, attuato con la legge n. 40 sulla procreazione medicalmente assistita; poi, di seguito, la "indagine conoscitiva" avviata alla Camera sulla legge 194, la campagna di stampa e le proposte di legge che tendono a ostacolare la scelta libera e consapevole di interruzione della gravidanza; ancora, il parere del Comitato nazionale di bioetica favorevole all'adottabilità degli embrioni, il cui diritto a nascere costituirebbe "una priorità rispetto ad ogni altro valore", in ossequio all'intollerabile idea che il corpo della donna sia contenitore-riproduttore della specie; da sempre, gli ostacoli frapposti alle famiglie di fatto e alla regolazione delle civili convivenze. Viene così progressivamente meno la separazione fra Stato e Chiesa sancita dal Concordato.

Lo svuotamento della legge 194 è il fine perseguito dalla morale cattolica che da sempre si propone come regola per tutti. Il "progetto cattolico di riforma dei consultori", di recente presentato, assegnando ai consultori familiari la funzione di tutela della vita umana "fin dal concepimento" e affermando il "dovere morale" della donna di collaborare per superare le difficoltà che l'hanno indotta a chiedere l'interruzione della gravidanza, oltre a vanificare l'effettività della legge 194, considera la donna soggetto inaffidabile, incapace di esercitare, senza tutele, le proprie libertà/responsabilità.

Magistratura Democratica, impegnata nella campagna per il NO al referendum sulla legge di modifica della seconda parte della Costituzione, riafferma il valore assoluto e irrinunciabile dei principi sanciti nella prima parte: il riconoscimento dei diritti inviolabili della persona, l'uguaglianza senza distinzioni di sesso, il pari valore di tutte le confessioni religiose, l'indipendenza e la sovranità dello Stato rispetto alla Chiesa cattolica.


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