Con la precedente tecnologia informatica
si conoscevano prima 60 riti processuali e due stati con tutti gli
eventi possibili : era un’impostazione contrassegnata dalla
separatezza tra l’organizzazione amministrativa ed protagonisti
processuali, tra programma ministeriale sui registri di cancelleria e
videoscrittura individuale utilizzata dal magistrato. Il lavoro
iniziato anni fa sul PCT, a cui ha dato un fondamentale apporto Carlo
VERARDI, ha introdotto corrette logiche di stato/eventi/fasi
distinte, e questo consente di conoscere davvero lo stato del
fascicolo. Ieri si è realizzata un’altra tappa con
l’avvio di Polisweb. Il PCT vuole dire tante cose
contemporaneamente : trasmissione degli atti, superamento degli
adempimenti routinari di cancelleria che non danno qualità
(vedi iscrizione a ruolo) ; gestire la scrittura acquisire le
informazioni dalle parti e da subito attingere le ulteriori
informazioni che occorrono per l’udienza (non virtuale ma
reale). La scomposizione modulare dell’atto in base al
contenuto dell’art. 163 ausilia il giudice ma anche le parti.
La possibilità di disporre di “un albero delle
conoscenze” delle questioni decise nel processo e nelle sezioni
mette i protagonisti del processo su di un piano di parità, e
cresce la capacità di intercettare e governare il contenzioso.
L’idea forte di Polis, propria di Carlo, era la seguente : se
non era possibile avere il PCT, era necessario disporre almeno delle
banche dati delle decisioni. Questa idea va avanti a tra breve sulla
“scrivania Informatica” del magistrato ci sarà il
nuovo redattore della sentenza.
Adesso è possibile la
trasmissione telematica dell’atto giudiziario in quanto sono
state dettate le regole tecniche : la scrivania del magistrato
funziona come integratore di tutte le analisi sulla composizione del
proprio ruolo di cui il gi possa disporre
Un ruolo fondamentale per la diffusione
della cultura informatica deve assumerlo il CSM senza ripetere
errori de passato : per esempio i referenti per l’informatica
non dovevano comprare pc ma far diventare tecnologico il processo,
questo impegno non c’è stato e per questo Polis non ha
attecchito. Vi è oggi una forte necessità di presidio
sulle innovazioni, perché è molto elevato il rischio di
una “gestione aliena” dell’informatica giudiziaria.
Seminario di Bologna "Ufficio per il processo" - giugno 2004