Il 2008 si apre con un'importante novità legislativa: dopo un vuoto di 60 anni finalmente in Italia è stata varata una normativa che disciplina presupposti e procedure per il riconoscimento del diritto d'asilo, sostanzialmente attuando l'art. 10, co. 3 della Costituzione. All'inizio d'anno sono, infatti, entrati in vi-gore il d.lgs. 251/2007 ed il d.lgs. 25/2008, di attuazione il primo della cd. di-rettiva qualifiche (Direttiva 2004/83/CE del Consiglio, del 29.4.2004, recante norme minime sulla attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della quali-fica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale) ed il secondo della cd. direttiva procedure (Direttiva 2005/85/CE del Consi-glio, dell'1.12.2005, recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato). Di questa grande riforma (che, tuttavia, non può fare dimenticare il colpevole ritardo con cui l'Italia ha disciplinato il diritto d'asilo) comincia a parlare dif-fusamente P. Bonetti nel suo articolo, con particolare riguardo al d.lgs. 251, evidenziando le novità e le criticità della nuova disciplina, comunque essenziale per il rispetto di un diritto fondamentale quale quello ad avere una adeguata protezione allorquando il Paese di appartenenza non voglia o non sia in grado di proteggere il proprio cittadino. Nel prossimo numero proseguiremo l'analisi della disciplina del nuovo procedimento per il riconoscimento del diritto d'asilo, così da potere offrire a tutti gli operatori concreti ed utili strumenti di utilizzo. Sul generale fronte dell'immigrazione, invece, il futuro non è affatto roseo; l'anticipata fine della legislatura ha comportato, tra gli altri effetti, il sostanzia-le arresto dell'iter di riforma del TU immigrazione che, nel biennio scorso, ave-va fatto sperare (sia pur con alcune significative ambiguità e nodi da sciogliere) in una riformulazione della condizione giuridica dello straniero in termini più realistici e di rispetto dei diritti della persona. Il risultato elettorale del 14 aprile rende irreversibile tale arresto e prefigura uno scenario nel quale potrà essere drammatico "vestire" i panni dello straniero, con una forza di governo che della cacciata dei migranti ha fatto una delle bandiere della campagna elettorale. Di fronte a tutto ciò la Rivista continuerà ad essere attivamente presente , continuando ad offrire spunti di analisi della realtà della immigrazione, in tut-te le sue sfaccettature, ponendo attenzione ad aspetti sino ad oggi non sufficien-temente "frequentati" dalla letteratura giuridica ma che diverranno terreno di scontro politico-sociale, quali la discriminazione, il razzismo, il multiculturali-smo; ma anche e soprattutto continuando a svolgere un ruolo di osservazione critica dell'effettivo trattamento della persona migrante. Sarà sempre più im-portante il ruolo della giurisprudenza, ancora una volta cartina di tornasole del trattamento concreto riservato alla persona migrante e rispetto ad essa la Rivi-sta dovrà sempre più evidenziarne gli eventuali limiti e le criticità. Particolare attenzione si dovrà prestare al diritto comunitario ed europeo, sempre più ter-mine di riferimento per valutare la conformità della legislazione nazionale e della giurisprudenza ai principi di diritti che devono essere necessariamente ri-conosciuti. All'inizio del percorso editoriale - che è insieme progetto politico e operativo - la Rivista si è impegnata a non essere neutrale ma di parte: dalla parte dei diritti, della eguaglianza, della integrazione nel rispetto delle diversità. E' una sfida che continueremo a seguire e che ci impegnerà sempre più nel prossimo futuro.
15 aprile 2008