Sommario
Leggi e istituzioniLa resistibile ascesa del modello referendario, di Angelo Caputo I referendum sulla "giustizia giusta". Uno slogan ingannevole, di Livio Pepino Efficienza e garanzia nel processo penale (Note a margine della Legge Carotti e non solo), di Giuseppe Cascini Il gioco del mercato e la questione della "giustizia sociale", di Teresa Massa Il rapporto banca cliente: una storia aperta, di Aldo Angelo Dolmetta Il "sistema giudici di pace" alla prova dei fatti, di Luigi Marini
Obiettivo: Verso una Costituzione europea? Introduzione, di Giuseppe Bronzini Un progetto realizzabile e opportuno, Luigi Bonanate Líacqua e il pane della Costituzione, di Isidoro D. Mortellaro La Costituzione come processo (Ovvero ridar fiato alla politica), di Adriana Buffardi Revisione dei trattati o processo costituente?, di Mario Dogliani
Magistratura e società Indipendenza della Magistratura e verifiche di professionalità, di Vittorio Angiolini Appunti sulla deontologia dei magistrati, di Pier Luigi Zanchetta
Prassi e orientamenti La scelta di Laura (Note su minorenni e interruzione di gravidanza a margine di una vicenda di cronaca), di Adriana Scaramuzzino La consulenza tecnica nelle procedure della crisi familiare, ovvero del consigliare, di Vittorio Gaeta
Osservatorio internazionale Segnalazioni di Ignazio Juan Patrone (1. Una nuova decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti in tema di diritti sociali/ 2. Corte europea dei diritti dellíuomo, Regno unito e minorenni/ 3. Premio Nobel per la pace a Medicins sans frontiers/ 4. Ancora su guerra e pace. Un dibattito tra i giuristi) Líassociazionismo giudiziario in Europa. Necessità di un bilancio, di Antonio Cluny
Giurisprudenza e documenti 1.Utero in affitto: il difficile contratto (Amedeo Santosuosso) Tribunale Roma, ordinanza 14 febbraio 2000est. Schettini 2.Benefici penitenziari e "trattamenti coatti" (Francesco Mazza Galanti) I. Tribunale Sorveglianza di Milanoordinanza 14 aprile 1999pres. Maccora II. Tribunale Sorveglianza di Milanoordinanza 6 ottobre 1999 pres. Minaleest. Maccora 3. La Corte di Giustizia e le interruzioni pubblicitarie televisive (Marco Borraccetti) Corte giustizia Comunità europeA, sesta sezione 28 ottobre 1999
Editoriale
La scena politico istituzionale è dominata, per quanto
riguarda il settore giustizia, dai referendum, ormai imminenti, su separazione
delle funzioni di giudici e pubblici ministeri, sistema elettorale del Csm e
incarichi extragiudiziari dei magistrati (a cui sono dedicati gli articoli di
A. Caputo e L. Pepino che aprono questo fascicolo).
A caldo, nell'editoriale del numero scorso abbiamo evidenziato
la riconducibilità dei referendum allo stesso disegno di riduzione del
ruolo della giurisdizione accantonato - per conflitti politici più che
per ragioni specifiche - all'epoca della Commissione bicamerale. L'esattezza
di tale analisi è confermata dal dibattito successivo, in cui le esplicite
affermazioni in tal senso dei referendari (originari e sopravvenuti) si intrecciano
con i silenzi e le reticenze di chi pure afferma di avere a cuore il mantenimento
dell'attuale sistema di indipendenza della magistratura. Senza un cambiamento
di rotta rapido e significativo è facile prevedere un successo referendario
(messo in forse solo dalla crescente disaffezione degli elettori) con
conseguente crescita dei tentativi di normalizzazione della magistratura.
L'operazione è spesso sorretta da richiami al contesto
sovranazionale ed alla necessità di uniformarsi a un quadro ordinamentale
europeo nel quale l'Italia rappresenterebbe una anomalia. Cosi, peraltro,
non è, come alcuni fatti recenti dimostrano. Il Parlamento europeo ha
approvato il 16 marzo 2000 a Strasburgo l'annuale "Relazione sul rispetto dei
diritti dell'uomo nell'Unione Europea" in cui, al paragrafo 38, si invitano
gli stati membri "a garantire l'indipendenza dei giudici e dei tribunali dall'esecutivo"
e ad evitare ogni interferenza politica nella nomina dei giudici. "Giudici e
tribunali" è, di per sé, espressione più ampia dell'usuale
e sintomatica di un riferimento generale a tutti coloro che concorrono a rendere
giustizia, ma l'intero paragrafo ha, per l'Italia, un interesse peculiare. Esso,
infatti, è stato approvato come emendamento integralmente sostitutivo
del testo proposto in commissione (e già ivi emendato) dall'on. Fiori,
del gruppo di Forza Italia, che "invita(va) l'Italia a garantire l'imparzialità
dei giudici separando le carriere dei giudici e dei pubblici ministeri": si
è dunque concluso ancora una volta con un insuccesso - ed anzi con un
risultato di segno opposto - il tentativo di strumentalizzare per fini di politica
interna (e magari per le scadenze referendarie) documenti di carattere generale
delle istituzioni europee. Ma non basta. Nel progetto di raccomandazione sul
"ruolo del pubblico ministero nel sistema di giustizia penale" predisposto in
vista della 49a Assemblea plenaria del 26-30 giugno 2000 dalla Commissione del
Consiglio d'Europa per i problemi legati alla criminalità si prevede
che "gli Stati, ove il loro ordinamento giudiziario lo consenta, adotteranno
misure per consentire alla stessa persona di svolgere successivamente le funzioni
di pubblico ministero e quindi di giudice o viceversa". Ciò - si legge
nella relazione - "non solo per la natura complementare delle mansioni, ma anche
per la similarità delle due professioni" e perché tale possibilità
"rappresenta una ulteriore garanzia per il pubblico ministero".
Il comparatismo e la costruzione di istituzioni sovranazionali
(a cui è dedicato l'"obiettivo" dei questo fascicolo, che si interroga
sulla prospettiva e i contenuti di una costituzione europea) sono, del resto,
cosa tutt"affatto diversa dalla mera ricognizione e dalla successiva somma delle
esperienze nazionali, senza filtri politici e valutativi. Scrive, a proposito
di indipendenza del pubblico ministero, A. Pizzorusso: "Nulla vale ovviamente
quale sia il numero dei paesi che seguono l'una o l'altra soluzione; se cosi
non fosse, quando l'Inghilterra era l'unico paese in cui esisteva la democrazia
parlamentare, si sarebbe potuto invocare l'argomento comparatistico per dimostrare
l'opportunità di instaurare la monarchia assoluta, che era la forma allora
assolutamente prevalente." (La Costituzione ferita, Laterza, Roma-Bari,
148, nota 38).
All'attualità è dedicata molta parte di questo
fascicolo: gli articoli sul referendum, ma anche gli interventi di A. Scaramuzzino
sulla vicenda della interruzione di gravidanza negata ad una minorenne (che
per giorni ha campeggiato sulla stampa scritta e parlata), di A. Santosuosso
a margine dell'ordinanza romana relativa all'"utero in affitto" (per usare la
terminologia dei media), ecc. Ciò ha imposto, per ragioni di spazio
e di equilibrio, un rinvio della rubrica "magistratura e dintorni"; ma intanto
un'altra rubrica fa la sua apparizione: le "segnalazioni", curate da I. Patrone,
di sentenze, articoli, dibattiti di particolare rilievo nel panorama internazionale.
A dimostrazione della volontà della Rivista di uscire sempre più
da una dimensione esclusivamente locale.