Sommario
Editoriale
Questo fascicolo si chiude a pochi giorni dall'espulsione collettiva, disposta dallo Stato italiano, di alcune decine di rom bosniaci, evento che ha suscitato ben poco clamore e partecipazione emotiva pubblica, trattandosi dei più emarginati tra gli esclusi.
Negli ultimi mesi l'attenzione dell'opinione pubblica si è, invece, soffermata maggiormente su alcune vicende inerenti la "questione straniera" caratterizzate da implicazioni socio-culturali di più "facile" impatto emotivo, le quali, tuttavia, complici la non sempre corretta informazione giornalistica e l'approccio raramente approfondito, hanno confermato la collocazione della "questione" nell'ambito dell'ordine pubblico, della sicurezza e della paura di invasioni culturali negative.
Da un lato i drammatici episodi nei quali hanno trovato la morte alcuni immigrati trattenuti nei centri di detenzione amministrativa, unitamente alla campagna finalizzata alla chiusura di detti centri (in considerazione del dubbio trattamento riservato alle persone ivi trattenute), e dall'altro l'emergere giornalistico di fenomeni quali la pratica religiosa musulmana in Italia, la conversione a detta religione di un numero (invero) imprecisato di cittadini nazionali, l'esistenza di famiglie poligamiche e l'emergere di pratiche di mutilazioni sessuali in alcuni gruppi etnici, tutto questo è stato posto in termini troppo spesso allarmistici e svincolati da una seria analisi.
E' vero, tuttavia, che tali questioni esistono e vanno pertanto esaminate non solo sotto il profilo giuridico (aspetto che, comunque, rimane essenziale considerata l'immediata incidenza sull'esistenza del cittadino straniero, come la vicenda dei rom insegna) ma anche culturale e sociale.
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Di qui la scelta di affrontare, in questo fascicolo, alcuni di questi temi, per arrivare a comprendere non solo l'origine delle dinamiche poste da e in una società multirazziale, ma anche i possibili percorsi di mediazione, confronto e interazione tra culture, in un'ottica di convivenza e scambio.
In questo ambito si pongono gli originali spunti riflessivi di M. Bouchard sulle famiglie multietniche e multiculturali, con particolare attenzione all'infanzia abusata, quello di P.L. Zanchetta sul processo di ridefinizione dello Stato-nazione nell'analisi di J. Habermas ed infine quello di Lahcen Aalla e Michela Gecele che raccontano le riflessioni svolte nell'intervento di mediazione culturale con ragazzi maghrebini a Torino.
Accanto a questi interventi continuiamo a trattare degli istituti giuridici introdotti dal Testo unico sull'immigrazione, ponendo l'accento sulla verifica dell'esistenza di un diritto speciale degli stranieri, estraneo alla tradizione giuridica italiana, i cui elementi vengono affrontati nelle analisi di A. Caputo, sui profili di illegittimità costituzionale dei centri di detenzione amministrativa, e di G. Savio, sulle incongruenze della procedura che legittima il trattenimento degli stranieri in detti centri. Sono argomenti, questi ultimi, sui quali intendiamo ritornare anche nei prossimi numeri, per indicare possibili e ragionevoli vie d'uscita rispetto ad un sistema oggi decisamente inadeguato e che pare non assolvere neppure all'obiettivo, postosi dal legislatore della nuova legge sull'immigrazione, di rendere effettive le espulsioni.
Continuando, inoltre, nell'impegno di osservazione del contesto europeo, questo numero della Rivista propone un'attualissima analisi di L.S. Rossi sul "caso Haider"o meglio sul quadro giuridico comunitario entro il quale la vicenda va correttamente letta.
Per quanto riguarda la giurisprudenza, segnaliamo, oltre all'ampia rassegna di pronunce che attestano la continua formazione di un contraddittorio "diritto vivente", una delle prime decisioni in materia di discriminazione razziale (con commento di Mughini), quella della Corte costituzionale che ha dichiarato l'inammissibilità del referendum abrogativo del Testo Unico d.lgs. 286/98 (con commento di Bonetti), nonché i commenti di Massenz sull'ammissione al gratuito patrocinio degli stranieri nei giudizi di espulsione e di convalida del trattenimento presso i centri di permanenza e di Casadonte sugli orientamenti oscillanti in materia di definizione del reato di omessa esibizione dei documenti di identità dello straniero.
Di grande interesse è, ancora, la parte documentale, che contiene quanto all'osservatorio europeo la proposta di direttiva del Consiglio europeo in materia di discriminazione razziale e quanto al contesto italiano il Regolamento del Comitato per i minori stranieri, il d.p.c.m. di proroga del trattamento riservato ai profughi del Kosovo, il nuovo decreto di programmazione dei flussi per il 2000, oltre a numerose circolari ministeriali (di facile consultazione essendo suddivise per argomenti), tra cui segnaliamo in particolare quelle del Ministero della giustizia sul trattamento alimentare dei detenuti musulmani. Da leggere, infine, il comunicato del Sindacato di polizia Siulp relativo ai centri di detenzione amministrativa e l'elenco delle Autorità nazionali dei Paesi aderenti all'Accordo Schengen alle quali rivolgersi per le questioni inerenti l'inserimento dei dati nel Sistema Informativo Schengen (SIS).