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LODO ALFANO: CORRENTI TOGHE,BASTA GIOCO MASSACRO ISTITUZIONI CRITICHE A PREMIER PER ACCUSE A CONSULTA E NAPOLITANO

(ANSA) - ROMA, 8 OTT - Basta con il "gioco al massacro" e la "delegittimazione" delle istituzioni; siamo allo "stravolgimento della Costituzione". Le correnti della magistratura commentano con preoccupazione le accuse rivolte da Silvio Berlusconi alla Consulta e a Giorgio Napolitano dopo la sentenza sul Lodo Alfano. Un allarme che investe anche i gruppi moderati,come quello di Magistratura Indipendente.
"Le sentenze si possono criticare ma non si possono delegittimare le istituzioni, magistratura e organi costituzionali, che vanno rispettate nel loro ruolo e composizione - dice il presidente di Mi, Stefano Schirò -. Da cittadino lo sostengo anche in riferimento alle accuse rivolte dal premier al capo dello Stato".
Di "gioco al massacro delle istituzioni di garanzia" parla Rita Sanlorenzo, segretaria di Magistratura Democratica, che chiede di porre fine alla "campagna irresponsabile che mira a contrapporre il sentire del Paese alle pronunce dei suoi giudici". "Tutto viene travolto - osserva - ancora una volta in nome di un interesse strettamente personale. La logica politica del bipolarismo viene spostata automaticamente sul piano della giurisdizione: le sentenze sfavorevoli sono, in quanto tali, politiche". Si tratta di "una visuale distorta che delegittima via via non solo i singoli giudici 'sgraditi', ma ormai anche tutta l'istituzione giudiziaria: è un veleno che intossica l'equilibrio democratico di tutto il Paese, e che lascerà scorie tossiche per le generazioni a venire, anche dopo che la vicenda personale del premier avrà trovato fine".
Per il presidente, Patrizia Morabito, e per il segretario del Movimento per la Giustiza-art3,Valerio Fracassi, siamo allo "stravolgimento della Costituzione". "Il premier ha attaccato la Consulta e si è anche lamentato del fatto che il presidente della Repubblica non sia intervenuto su alcuni giudici per ottenere una decisione diversa. Se gli attacchi agli organi di garanzia, per decisioni sgradite, qualunque esse siano, ne delegittimano l'autorità ed il ruolo, lamentarsi di un mancato intervento di chi rappresenta l'unità della nazione sull'organo deputato a garantire l'osservanza della Costituzione si pone oggettivamente in contrasto - osservano - con l'ordine costituzionale di ripartizione dei poteri dello Stato. E manifesta una concezione di tutta la giurisdizione per cui ciò che conta è l'ossequio alla volontà di chi esercita uno dei poteri dello Stato". "Le decisioni della massima autorità giudiziaria si rispettano. Se in Italia si mettono in discussione i massimi organi di garanzia andiamo tutti a casa.- dice il segretario di Unicost Marcello Matera -. Ed è fuori dal mondo che lo faccia il presidente del Consiglio". (ANSA).


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