La accusa di protervia, rivolta genericamente a tutti i magistrati dall on. Fini, conferma che la controriforma dell'ordinamento giudiziario è motivata soltanto dalla voglia di regolare i conti con la magistratura e con i magistrati che svolgono il proprio compito con indipendenza dal volere e dal potere politico.
E' deludente e inaccettabile che si abbandoni ad insulti gratuiti e generici anche chi, per il delicato incarico istituzionale che ricopre, ha un particolare dovere di responsabilità e di specifica indicazione dei fatti su cui sono fonda le sue valutazioni.
Questa legge incostituzionale e irrazionale, perseguita ostinatamente dalla maggioranza e ispirata a concezioni autoritarie del passato, non c? entra per niente con la certezza della pena e con il rigore e il rispetto delle leggi e non potrà mai migliorare, neppure di un momento, la lentezza e l?inefficienza della giustizia.
Se l onorevole Fini vuole affrontare davvero i problemi dei cittadini, cioè la inefficacia e la inefficienza del sistema giudiziario, i magistrati riaffermano la piena disponibilità al confronto e alla ricerca di razionali e corrette soluzioni.