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Magistratura democratica
Ancora una volta, è il coinvolgimento personale l'occasione scatenante per riaccendere lo scontro tra politica e magistratura: la novità sta nel fatto che oggi è il Ministro della Giustizia a denunciare, al Parlamento ed all'opinione pubblica, il "tiro al bersaglio", la "caccia all'uomo",
l'"autentica persecuzione umana", non solo da parte dei singoli magistrati che oggi procedono ma da parte di un "pacchetto di mischia giudiziaria", che esercita il suo potere irresponsabilmente, per "un'opera di demolizione
eterodiretta" tesa a scardinare il sistema di potere.
Il senatore Mastella non parla solo da indagato e da congiunto di indagati: il senatore Mastella è il Ministro Guardasigilli, a cui è affidata la responsabilità politica di un sistema che appunto si fonda su un potere giudiziario diffuso, cui è demandato il controllo di legalità sulle azioni
di chi agisce in questo Paese. Dimentica che il potere che egli violentemente attacca davanti al Parlamento non è certo incondizionato, ma sottoposto ad una serie rigorosa di controlli e di garanzie che sono il giusto completamento dell'indipendenza dell'ordine giudiziario.
Non sposiamo nemmeno oggi - non l'abbiamo mai fatto - difese aprioristiche o chiusure corporative: proprio per l'importanza dei principi e dei valori in gioco, indipendentemente dalla collocazione sociale degli indagati, è giusto richiedere a chi ha il potere di limitare la libertà altrui, rigore, rispetto delle regole, professionalità ed equilibrio.
Ma le espressioni scomposte e delegittimanti usate dal Ministro, e la compatta ed unanime reazione della politica di fronte alle sue dimissioni - peraltro doverose - sono l'indice preoccupante di un'insofferenza generale ed indiscriminata ad ogni occasione in cui si esercita quel potere di controllo di legalità che alla magistratura la Costituzione affida; sono il segnale di una volontà comune di contrapposizione prima e di intimidazione poi, che già in altre occasioni si è manifestata e che abbiamo sempre denunciato e che continueremo a denunciare, convinti come siamo che il magistrato è e deve restare assoggettato soltanto alla legge.
Torino, 16.1.2008
Il Segretario generale
Rita Sanlorenzo