Le invettive dell'onorevole Gasparri contro Nicoletta Gandus e la sua mancanza di "attendibilità" e di "serenità" travolgono nella loro virulenza tutti gli appartenenti a Magistratura democratica, privi, nel pensiero dell'esponente del Partito della libertà, del requisito primo del giudicare, l'imparzialità.
L'onorevole Gasparri dovrebbe documentarsi, e così apprendere della storia di Magistratura democratica e di tutti gli uomini e le donne che ne hanno fatto parte e che hanno concorso a scrivere alcune delle pagine più alte ed importanti della storia giudiziaria di questo Paese, nella lotta contro il terrorismo, contro la mafia e la criminalità organizzata e quella economica; dovrebbe imparare a conoscere la ricchezza culturale di un gruppo che fa del terreno della politica del diritto una delle sue ragioni di riflessione e di impegno, per meglio riuscire ad assolvere al dovere di servire la giustizia tutti i giorni; dovrebbe sforzarsi di comprendere che assumere posizioni pubbliche di critica nei confronti di scelte normative è cosa del tutto diversa dal perdere di vista il proprio dovere che riguarda l'imparzialità e l'assenza di ogni interesse personale e privato nel processo.
Ma il nostro auspicio non riguarda l'onorevole Gasparri, perchè, siamo sicuri, andrebbe a vuoto: a noi piacerebbe che comunque si ripartisse dal parlare dei fatti, che in questo caso consistono, da un lato, nei ripetuti tentativi di mandare a vuoto un processo, che sono stati respinti da tutti gli organi giudiziari che se ne sono occupati, ivi compresi quelli che hanno rigettato l'istanza di ricusazione di Nicoletta Gandus; dall'altro, nell'impianto di un'accusa che si basa, appunto, su fatti, e non su slogan violenti ed offensivi; infine, nel rispetto doveroso dei termini di deposito della sentenza, a cui certo un giudice imparziale non si può sottrarre aspettando che finiscano le campagne elettorali della politica.
Magistratura democratica non si fa intimidire dai toni minacciosi ed infamanti con cui viene attaccata, perchè da sempre si riconosce nel rispetto assoluto dei doveri della funzione di giudice e di pubblico ministero, quali presupposto incondizionato della propria azione, e di questi si fa forte, all'interno ed all'esterno della magistratura, con orgoglio. Alla grave, ed irresponsabile, delegittimazione, a cui è stata esposta, risponde ricordando ai cittadini, prima che alla politica, che l'offesa alle istituzioni gratuita e, quella sì, interessata e di parte, è un'offesa a tutto l'equilibrio democratico del Paese.
Da giudici come Nicoletta Gandus ci si può e ci si deve far processare con fiducia e serenità. La totale solidarietà di Magistratura democratica va a lei ed ai colleghi Caccialanza e Dorigo.
Il segretario generale
Rita Sanlorenzo