Md si era già espressa su questo testo con un suo analitico documento di qualche mese or sono, che trovate sul nostro sito e sul n. 1/2005 di Questione giustizia, a pag. 211; non si tratta, come ben sapete, solo di un ddl scritto per regalare l'impunità, a processi in corso, ad alcuni imputati eccellenti. Siamo infatti di fronte allo stravolgimento del nostro sistema penale, alla pratica istituzionalizzata del diritto diseguale, a misure che causeranno ulteriori danni ad una giustizia in crisi; non lo diciamo solo noi; lo hanno scritto i professori di diritto penale delle nostre università e in calce troverete il loro appello, rimasto come sempre inascoltato.
Sempre ieri è stato pubblicato il decreto-legge Pisanu che dovrebbe contrastare il terrorismo internazionale; nel testo sin qui diffuso (ieri sera, mentre la discussione era già in corso in Commissione, sul sito del Parlamento il testo ufficiale non era ancora reperibile in rete !) oltre ad una serie di misure di scarso se non scarsissimo peso ed al consueto disordinato inasprimento di alcune pene e della condizione degli stranieri, si prevedono anche limitazioni alla possibilità di delegare la polizia giudiziaria per le notifiche degli atti del procedimento penale; intendiamoci bene; è chiaro che la polizia giudiziaria dovrebbe essere utilizzata per compiti di istituto e che le notificazioni dovrebbero, di regola, essere effettuate dagli ufficiali giudiziari; ma allora gli ufficiali giudiziari dovrebbero esserci ed occorrerebbe prevedere un sistema nel quale vi sia un minor numero di atti da notificare; anche in questo caso però della efficienza della giustizia al Governo ed alla maggioranza non importa nulla; la parola d'ordine è: "arrangiatevi".
Il decreto legge prevede anche il prelievo coattivo di "materiale biologico dal cavo orale" dell'indagato da parte della polizia giudiziaria previa autorizzazione scritta, oppure verbale, del PM; tale disposizione appare illegittima alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 238 del 1996, perlomeno sotto il profilo della genericità delle ipotesi in cui tale attività -indubbiamente restrittiva della libertà personale- potrà essere compiuta; ma pare proprio che di tale precedente non si sia tenuto alcun conto.
Il decreto poi riscrive la definizione di terrorismo ai fini della applicazione della legge penale, dandone una qualificazione tanto lata da apparire applicabile ad una serie non previamente determinabile di condotte; una norma sulla quale dovremo ritornare ma che sembra dettata al solo scopo di impedire in futuro sentenze non gradite quali quelle del Gup di Milano. E' il diritto penale del nemico, ne pi ne meno.
Infine -ma sul punto la confusione dei lavori parlamentari è assoluta, tra emendamenti presentati e poi stralciati- sembra che si vogliano affidare in via permanente alle forse armate compiti di polizia giudiziaria; si introduce lo stato di assedio insomma, o gi di lì.
Il tutto sta avvenendo a tappe forzate, senza una vera discussione in Parlamento e nel Paese. Si resta senza parole, è la sconfitta della ragione: una brutta giornata per il diritto e la giustizia.