Presentazione
Dedichiamo questo numero della Rivista alla moltitudine di lavoratori stagionali stranieri in agricoltura che la nuova ricerca di Medici Senza Frontiere, pubblicata in sintesi tra gli Interventi, fa uscire dall'invisibilità.
L'ambulanza di MSF ha girato per otto mesi cinque regioni del sud d'Italia e, attraverso le interviste a 770 lavoratori interessati, ha scoperto un altro mondo di persone, forza lavoro a basso costo in prevalenza in nero e irregolare, che «vive nel paradosso di non esistere ufficialmente e allo stesso tempo essere l'insostituibile motore dell'agricoltura italiana», come scrive Loris De Filippi nella sua introduzione al documento. Persone inesistenti per le istituzioni locali, per le Asl, nelle mani del caporalato, ignorate dallo stesso sindacato. Uomini (in maggioranza) e donne nel fiore degli anni, ma con vari problemi di salute e una drammatica difficoltà di accedere alle cure, per disinformazione, ma non solo. Persone che spesso vivono al di sotto della soglia di povertà e con standard di vita, per alloggio e altro, inferiori anche ai parametri minimi stabiliti dall'Acnur per i campi profughi.
Una situazione strutturale per l'economia nostra e di altri Paesi europei affrontata con la consueta logica emergenziale, se non accentuatamente ipocrita alla maniera italiana (faccia feroce con l'irregolarità nel soggiorno, ma "tolleranza"del sistema di sfruttamento del lavoro precario).
Dell'altro corno della questione immigrazione ovvero dell'integrazione, cui vorremmo dedicare uno spazio crescente nella Rivista, parla in primo luogo Cecilia Corsi nel suo intervento dove viene analizzato il ruolo degli enti territoriali in materia di immigrazione sia sul versante della competenza legislativa che loro residua, e di cui è un esempio la recente legge della regione Emilia Romagna, sia sul tema specifico del riconoscimento dei diritti politici (su cui abbiamo ospitato altri interventi e siamo interessati a tornare), sia infine sul versante dell'erogazione dei servizi sociali.
Un'interessante comparazione della legislazione sull'immigrazione dei principali Paesi europei è svolta da Eliseo Aja e Laura Dìez (costituzionalisti spagnoli), da cui emerge la tendenziale uniformità di approccio, pur a fronte di una diversità di soluzioni pratiche.
Chiude la sezione degli interventi il lavoro di Noris Morandi sul diritto d'asilo e in particolare sulla normativa comunitaria in questa materia di cui gli Stati nazionali sono stati tradizionalmente gelosi. Come noto la tendenza si è invertita a partire dal Trattato di Amsterdam, anche se rischia seriamente di non essere rispettato il previsto termine quinquennale per giungere all'adozione di misure di effettiva armonizzazione delle normative nazionali in campo sia procedurale che di uniformità dello status di beneficiario di protezione internazionale. Situazione cui si assomma, in Italia, l'incredibile ritardo accumulato nella normazione nazionale fino al recente regolamento asilo, nato in un certo senso già vecchio e che comunque sconta il fatto dell'assenza di una legge organica in materia di diritto d'asilo.
Nella sezione di giurisprudenza segnaliamo varie interessanti schede.
In primo luogo, sul versante del diritto europeo, Antonella Mascia evidenzia gli aspetti più salienti della decisione di ricevibilità della Corte di giustizia del 13.5.2004, nel caso Zeciri contro Italia, con cui un cittadino straniero aveva lamentato l'illegittimità del trattenimento in un Centro di permanenza temporanea, chiedendo il risarcimento del danno per illegittima privazione della libertà personale.
Per la giurisprudenza italiana, invece, Maurizio Alfieri evidenzia i tratti più salienti della interessantissima pronuncia del tribunale di Pistoia, che ha condannato l'ASL di Pistoia per comportamento discriminatorio in quanto aveva rifiutato la partecipazione al un concorso per dirigente medico di un cittadino non comunitario, riconoscendo una piena ed effettiva parità di trattamento di tutti i lavoratori - stranieri ed italiani - nell'accesso al pubblico impiego ed anche per il settore dirigenziale.
Nella scheda a commento della sentenza n. 9/2005 della Corte costituzionale, Guido Savio affronta il problema dell'automatismo tra condanna, anche patteggiata, e revoca o perdita del permesso di soggiorno, introdotto dal nuovo art. 4, co. 3 TU 286/98, come riformato dalla legge 189/2002. Pur a fronte della decisione di inammissibilità della questione di legittimità, vengono ripresi i profili della (tuttora esistente) sospetta illegittimità della norma, che potrebbero essere riproposti alla Corte costituzionale.
Per la parte dei commenti, Angelo Caputo affronta il tema dei poteri di disapplicazione degli atti amministrativi da parte del giudice, prendendo spunto dalle differenti decisioni assunte in sede penale dalla Cassazione, che non ha assunto un indirizzo univoco su questo problema interpretativo di nodale importanza, nonostante gli atti amministrativi costituiscano il presupposto delle fattispecie penali collegate alle espulsioni.
Infine, L. Miazzi prende in esame, con spunti critici, le diverse decisioni assunte dal Consiglio di Stato e dal tribunale per minorenni in materia di conversione del permesso di soggiorno al momento del raggiungimento della maggiore età. del minore, già in affidamento di fatto a parenti.
La Rivista è completata dalle sempre utili e ricercate sezioni dei documenti europei ed italiani, nonché dalle recensioni e segnalazioni delle novità editoriali in materia di immigrazione.