Il terrorismo internazionale, la sua capacità di colpire al cuore in modo devastante le città metropolitane occidentali e i loro mille obiettivi praticamente indifendibili in via preventiva - come le metropolitane usate dalla popolazione civile - provoca lutti, turba le coscienze e altera l'equilibrio tra autorità e libertà, mettendo in crisi la democrazia. Come era avvenuto ai tempi della seconda guerra mondiale, il rischio è quello del sospetto generalizzato verso lo straniero, oggi in particolare se islamico; il regime giuridico può essere quello della rinuncia alla tutela legale avverso i provvedimenti di deportazione, nominalmente individuali ma potenzialmente estesi per categorie di persone, e della carcerazione senza formali accuse. Così negli Usa dopo l'attentato alle torri gemelle. Similmente in Gran Bretagna il Governo ha proposto misure eccezionali, comprendenti la carcerazione fino a tre mesi senza necessità di formalizzazione di accuse, che evocano i tempi dell'apartheid in Sud Africa e il regime delle colonie e che solo la robusta tradizione parlamentare liberale ha per il momento respinto. In Italia è stato approvato di recente un insieme di misure urgenti antiterrorismo. Un pacchetto, come è stato correntemente definito, che incide sulla normativa penale procedurale e sostanziale (ad esempio estendendo la durata del fermo di identificazione in assenza di convalida giurisdizionale fino a 24 ore o introducendo il prelievo coattivo di capelli o saliva sempre a fini di identificazione), che produce effetti sulla condizione giuridica dello straniero ovvero interviene direttamente su di essa in campo amministrativo, introducendo ad esempio la nuova forma di espulsione ministeriale per motivi di prevenzione del terrorismo ma soprattutto un regime di controllo giurisdizionale su di essa assolutamente speciale, fino alla possibilità di sospendere per due anni il giudizio (ma non l'atto impugnato) avanti la giustizia amministrativa. A tutto questo P. Bonetti ha dedicato un lungo studio di cui pubblichiamo in questo numero della Rivista la prima parte, avente ad oggetto l'esame delle modifiche generali intervenute in campo penale, che, secondo l'impostazione dell'autore, è necessario per poter analizzare successivamente le modifiche che più direttamente hanno inciso sulla materia del trattamento dello straniero, dell'immigrazione e dell'asilo. La seconda parte verrà pubblicata nel prossimo numero della Rivista. Come lo straniero, in senso generale e non per singole responsabilità criminali, sia diventato, anche dal punto di vista linguistico e storico filosofico, un nemico o almeno un pericoloso fantasma ce lo spiega U. Curi, in un intervento utile a comprendere le radici degli esiti presenti. Sull'attuale precaria condizione giuridica di soggiorno in Italia delle persone non comunitarie e su un rilevante aspetto della stessa, quale il contratto di soggiorno e il legame stretto tra il destino dello straniero lavoratore e le scelte del suo datore di lavoro, si sofferma E. Santoro proponendo alcune soluzioni interpretative su come uscire dall'apparente stretta nella fase del rinnovo del permesso. Nella giurisprudenza si segnalano pronunce interessanti in diverse aree tematiche. A proposito di laicità dello Stato e pluralismo di culture religiose viene pubblicata la sentenza del Tar Veneto in tema di esposizione del crocifisso, commentata, anche in relazione ai suoi precedenti costituzionali, da A. Guazzarotti. La discussa fattispecie penale di procurato ingresso illegale in altro Stato torna al vaglio della Corte costituzionale a seguito dell'ordinanza emessa dal tribunale di Torino, analizzata da A. Baraldi. Altri dubbi di legittimità costituzionale, con riguardo alla apparente esclusione della applicabilità al detenuto straniero irregolare nel soggiorno di misure alternative alla detenzione, come l'affidamento in prova o la semilibertà, sono sollevati dal tribunale di sorveglianza di Cagliari. Di famiglia e minori si occupano varie altre rilevanti pronunzie: quella della Corte costituzionale analizzata da L. Miazzi circa l'estensione dell'adozione internazionale ai minori stranieri; quella del Consiglio di Stato esaminata da D. Consoli e M. Alferi circa la sorte dei minori non accompagnati al compimento della maggiore età; la sentenza dell'Ufficio Gip del tribunale per i minorenni di Trieste sulla difficile applicazione al minorenne straniero del reato di mancata ed ingiustificata esibizione di documento di identità, con scheda di G. Perin, ed infine, in materia di famiglia, l'ordinanza del tribunale di Padova commentata da L. Olivetti sul requisito dell'effettiva convivenza con il coniuge italiano a fini di rinnovo del permesso per motivi familiari (con ampia rassegna della giurisprudenza anche di legittimità). Ulteriori schede di commento sono redatte da G. Savio nella sezione dedicata al soggiorno. Molti documenti arricchiscono la Rivista nelle sempre utili sezioni dell'osservatorio europeo ed italiano.