La "prima pagina" di questo numero è dedicata al processo penale o alla sua forma più sommaria, con giudizio direttissimo all'esito di convalida di arresto. Il giudizio degli ultimi, dei marginali, dei senza tutela effettiva nella maggior parte dei casi. Il giudizio in prevalenza riservato agli stranieri, ai reati collegati alle espulsioni ma non solo. Prove di processo speciale è intitolata la ricerca che pubblichiamo curata da Magistratura Democratica sul concreto funzionamento dei giudizi per direttis-sima. Una verifica empirica, tra le poche esistenti, limitata al campione di un mese e ad alcuni tribunali italiani (Bologna, Cagliari, Milano, Palermo, Roma, Torino), ma sufficientemente persuasiva per la convergenza dei risultati. Oltre le previsioni. C'eravamo accorti che i cortili dei tribunali sono quotidianamente pieni di macchine di polizia e carabinieri che accompagnano stranieri. Ma trovare con-ferma che a Milano il 40% delle direttissime sono dedicate ai reati collegati all'espulsione e che a Bologna si è arrivati al 70% resta sorprendente. Specie se a ciò si uniscono altri fattori di trattamento speciale: la modesta applicazione dell'art. 121 disp. att. c.p.p. (che impone l'immediata liberazione delle persone per le quali il P.M. non prevede di chiedere misure coercitive del-la libertà personale); l'affidamento del giudizio, non infrequente causa il lavoro straordinario, a magistrati onorari; l'alternativa secca tra remissione in libertà all'esito della convalida e carcere, senza gradazioni coercitive intermedie; il li-vello non adeguato di molte difese d'ufficio deducibile dalle scelte processuali. Ma altre tre risultanze colpiscono. L'inefficienza del contributo del sistema penale parallelo a quello ammini-strativo rispetto all'obiettivo dichiarato dell'esecuzione delle espulsioni, un go-al impossibile con questa politica irrealistica degli ingressi e delle sanzioni amministrative senza proporzionalità. La spreco di risorse e l'effetto distorsivo che questo produce sul controllo del territorio laddove diminuiscono gli arresti per altri tipi di reato e l'attenzione si concentra sugli stranieri, sospettabili sempre di illecito. La consumazione delle limitate risorse giudiziarie ordinarie su questa straor-dinaria emergenza, che essendo quotidiana è divenuta normale. Per fare i processi sulle espulsioni diminuisce la possibilità di farne altri di competenza del giudice monocratico, per reati anche gravi. I tempi del processo degli ultimi sono rapidissimi, quello dei processi ordinari è sempre meno ragio-nevole. Uno spiraglio di diritto e di realismo viene dalla Corte di cassazione e dalla giurisprudenza che si sta consolidando sull'insussistenza del reato di inottem-peranza all'ordine del questore in caso di sua reiterazione. Ma la situazione che emerge ha dei costi assai alti, in termini umani, simbolici e pratici, che possono crescere se fosse confermato l'altro indirizzo di legittimità - sul quale si sof-ferma A. Caputo - secondo cui il giudizio direttissimo resta obbligatorio anche in caso di non convalida dell'arresto per inottemperanza. L'altro tema forte su cui torniamo in questo numero, grazie all'intervento di E. Rossi e M. Vrenna, è quello del diritto di voto. E' l'altro corno di una situa-zione anormale. Nella quale un numero sempre crescente di persone, che risie-dono regolarmente in Italia e pagano le tasse, sono private di un diritto di citta-dinanza fondamentale. Con un effetto che, come segnalato da G. Palombarini in alcuni suoi recenti interventi, comincia a incidere sulla qualità della nostra democrazia. Si resta in attesa di segnali dal nuovo governo. Molti altri contributi critici sono offerti in questo numero dalla giurispruden-za, europea in rassegna ed italiana. Quello di B. Nascimbene su recenti pronunzie della Corte di giustizia delle Comunità europee e della Corte costituzionale a proposito della segnalazione Schengen e delle sue non automatiche conseguenze. Il commento di A. Minisola sulla sentenza di legittimità che ha riconosciuto l'ammissibilità del ricorso straordinario in cassazione avverso le decisioni sui reclami in materia di diritto all'unità familiare del minore. La lunga nota di D. Consoli su altre due pronunzie della Cassazione in tema di competenza giurisdizionale sui provvedimenti di diniego dello status di rifu-giato e di diritto di asilo costituzionale. Le riflessioni di L. Mughini sul caso deciso dal tribunale di Firenze su un particolare gruppo di apolidi, gli "izbrisa-ni" - i cancellati - sloveni. Laddove il nome dipinge una condizione giuridica. Il lavoro di C. Renoldi sulla sentenza delle Sezioni unite della Cassazione che ammette gli stranieri irregolari alle misure alternative della legge Gozzini. Le schede di A. Caputo, nella sezione penale, e quella di N. Zorzella, che tratta delle recenti decisioni dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato in materia di accesso alla regolarizzazione del 2002. Chiudono la Rivista gli osservatori (quello europeo in forma ridotta, per la mancanza di spazio) e la recensione di F. Miraglia sul volume Migrazioni Frontiere Diritti circa la politica europea in materia di immigrazione e asilo.