Presentazione
In questo numero della Rivista che chiude l'annata 2004 dedichiamo particolare spazio alla riflessione sulla condizione giuridica del detenuto straniero.
...Un numero sempre più grande in termini assoluti e percentuali nelle statistiche sul carcere. Una non persona che, salvo casi ridotti, prima non trova pratico accesso a misure cautelari diverse dal carcere, poi incontra grande fatica ad essere ammessa a misure alternative alla detenzione (anche ove portatore di problemi di tossicodipendenza afferenti il suo diritto di salute), infine, se pure supera gli ostacoli giuridici e pratici che si frappongono al perseguimento della finalità costituzionale di rieducazione e risocializzazione, trova di fronte a sé il rischio dell'espulsione e dell'annullamento del percorso di inserimento compiuto.
Una sorte che, salvi i casi di effettiva pericolosità sociale, è il coronamento di una creazione normativa di marginalità, illegalità, penalità ovvero di un approccio ideologico al tema delle migrazioni di cui non ci stancheremo di denunciare il distacco dalla realtà e l'assenza di rispetto per l'uomo.
E. Santoro parla lungamente di tutto questo nel suo intervento sulla esecuzione penale nei confronti dei migranti che auspichiamo aumenterà l'attenzione sull'argomento e susciterà altre riflessioni.
Ma un'eco dei discorsi di Santoro si trova nel commento di C. Perrotta sulla insoddisfacente pronuncia della Corte costituzionale 226/04 sull'istituto dell'espulsione come misura alternativa alla detenzione. E ancora nella decisione pubblicata del tribunale di sorveglianza di Sassari, che legge quello stesso istituto in termini non restrittivi e ritiene inapplicabile l'espulsione come misura alternativa quando l'interessato è stato ammesso alla detenzione domiciliare (come pure affidato in prova) e dunque non ricorre più l'esigenza di sfollare il carcere dai troppi stranieri.
Un tentativo di prevenire questo circuito carcerario così poco virtuoso può rinvenirsi nelle nuove questioni di legittimità costituzionale che ha iniziato a sollevare il tribunale di Genova, ritenendo la violazione del parametro costituzionale di eguaglianza e ragionevolezza ad opera delle norme che, in risposta alla sentenza n. 223/04 della Corte costituzionale, hanno "promosso" da contravvenzione a delitto la condotta penal-amministrativa di coloro di cui non si riesce a eseguire l'espulsione e che non lasciano volontariamente il territorio nazionale. Tali dubbi di legittimità costituzionale sono commentati da A. Caputo. Ad essi si accompagna più di qualche problema di rapporto tra leggi penali succedutesi nel tempo, segnalato dalla giurisprudenza più attenta di cui è esemplificativo il provvedimento del tribunale di Rovereto che pubblichiamo.
Parliamo di svariate altre cose in questo numero della Rivista.
Torniamo a meditare, con l'apporto di A. Facchi, sugli orientamenti di politica del diritto in tema di mutilazioni genitali femminili, augurandoci che i suoi spunti servano a riaprire, con serenità, quel dibattito troppo spesso segnato da polemiche che, sino ad oggi, non sono servite ad affrontare il problema.
Facciamo il punto grazie al contributo di L. Miazzi sull'applicazione da parte dei Tribunali per i minorenni della speciale autorizzazione alla permanenza del familiare nel superiore interesse del minore straniero.
Teniamo vivo con l'intervento di B. Pricolo il dibattito sul diritto di voto agli stranieri a proposito del quale languono in Parlamento i disegni di legge di varia espressione partitica.
La giurisprudenza ospita l'interessante rassegna europea curata da M. Balboni e L. Ficchi.
In campo nazionale, oltre a quanto già segnalato, vanno menzionate la questione della competenza territoriale per i giudizi inerenti lo status di rifugiato e di asilante politico, affrontata in maniera difforme dalla Corte di cassazione e dalla giurisprudenza di merito e illustrata, criticamente, con una sua scheda da D. Consoli; la pronuncia del tribunale di Trento in materia di prestazioni di assistenza sociale commentata da M. Paggi; la decisione della Corte costituzionale n. 439/04 in tema di patrocino a spese dello Stato e giudizio di impugnazione delle espulsioni amministrative analizzata da P. L. di Bari.
Cominciamo anche a dare conto della giurisprudenza in materia dei giudici di pace dopo l'entrata in vigore della recente l. 271/04. Si manifestano al suo interno sensibilità giuridiche degne di nota: rispetto alle difficoltà ad esercitare una giurisdizione effettiva come nell'ordinanza del giudice di pace di Isernia, che ha ritenuto di sollevare la questione di legittimità relativa alla ritenuta esclusione normativa della potestà del giudice di sospendere l'efficacia dei decreti di espulsione impugnati (evitabile con un'interpretazione costituzionalmente orientata secondo l'opinione dello stesso P. L. di Bari); oppure a fronte di un nuovo caso di riconoscimento da parte del giudice di pace di Torino del divieto di espulsione per il rischio di persecuzione nello specifico paese d'origine legato alla condizione di omosessuale dello straniero. Un caso assurto alle cronache dei media anche per i consueti commenti a sfondo razziale e di stampo pluridiscriminatorio di qualche esponente politico cui non vogliamo abituarci.
Il numero è completato dalle importanti sezioni di documenti europei e italiani: tra questi ultimi è da segnalare il regolamento n. 303/2004 (cd. "regolamento asilo"), in ordine alle cui problematiche ospiteremo un'analisi nel prossimo numero della Rivista.