Presentazione
Padova, dimentica della memoria storica anche recente, erige nuovi muri per circondare edifici ove abitano stranieri che si ritiene delinquano, così aggiun-gendo un ulteriore mattone alla diga che si vuole separi una parte della società in cui viviamo. Firenze e Bologna sono in prima fila a chiedere strumenti sempre più incisivi per combattere quello che si ritiene essere un problema per la sicurezza dei cittadini: l'immigrazione. I mass media non perdono occasione per enfatizzare episodi di cronaca nera che vedono coinvolti stranieri come parte attiva, un po' meno quando sono vittime. Non c'è dibattito pubblico nel quale gli uomini politici, di ogni appartenenza, non si impegnino a fronteggiare la paura e l'insicurezza dei cittadini parlando del fenomeno migratorio.
La questione "sicurezza" è molto dibattuta di questi tempi, e sempre più vie-ne declinata in collegamento con l'immigrazione. Fioriscono i cd. "patti per la sicurezza", nei quali, salvo rarissime eccezioni come Venezia, il fenomeno dell'immigrazione viene assunto come indice in sé di allarme sociale, ipotizzando nuove e più estese forme di controllo sociale e di polizia. Lo stesso Governo sta discutendo di uno schema di disegno di legge sulla sicurezza dei cittadini, nel quale, tra le altre modifiche a norme esistenti, si introduce il concetto giuridico di "decoro urbano" da salvaguardare con interventi repressivi, lasciando al singolo sindaco la sua esatta qualificazione ed evocando implicitamente, come denominatore comune, il migrante povero ed irregolare.
In questo panorama, nell'immaginario collettivo il migrante è figura in sé pe-ricolosa, da cui guardarsi, e non appena fatti di cronaca "nera" lo vedono protagonista, la riprovazione e la paura vengono automaticamente ed acriticamente estesi a tutta la popolazione immigrata. A prescindere dalle statistiche, che comunque non proverebbero granché, posto che, secondo la letteratura criminologica oramai condivisa, anche il tasso di criminalità dipende, in parte, dall'intensità del controllo effettuato su una determinata parte della popolazione.
Nel tentativo di riportare la questione "sicurezza/immigrazione" nei suoi cor-retti termini, la Rivista affronta la questione innanzitutto con un articolo di M. Stranges, che offre spunti di analisi delle statistiche ufficiali sulla criminalità straniera ed in particolare degli effetti dell'indulto sulla popolazione carceraria straniera, evidenziando come l'aumento di questa sia correlato all'aumento, in generale, degli immigrati e non ad un aumento in sé della loro "propensio-ne"criminale.
La questione sicurezza non riguarda, tuttavia, solo gli stranieri che commet-tono reati ma viene impropriamente estesa anche ad altre categorie e soprattutto ad ambiti sino ad oggi estranei all'intervento repressivo: la vicenda "lavavetri" è emblematica di questo nuovo approccio che, come detto, trova nel concetto di "decoro urbano" e di "sicurezza dei cittadini" la sua ragion d'essere, non necessariamente giuridica.
Del "pacchetto-lavavetri" trattano F. Giunta e A. Simoni, in un'ottica il pri-mo di diritto positivo e l'altro di politica del diritto, nel commento congiunto alle tre ordinanze emesse dal Comune di Firenze, il cui testo viene pubblicato nell'Osservatorio italiano, insieme alla lettera inviata al Sindaco dal Procuratore della Repubblica di Firenze, nella quale si evidenzia l'inefficacia del ricorso al diritto penale per sanzionare determinati fenomeni; nella rubrica "penale" viene pubblicata anche l'ordinanza di archiviazione, per ragioni di diritto estensibili alla generalità dei casi, del procedimento prototipo aperto a carico di uno dei "lavavetri" colpiti dalla prima ordinanza sindacale.
Dall'Italia all'Europa, questo numero della Rivista si occupa anche di altri temi che afferiscono alla generale preoccupazione associata al fenomeno della immigrazione: nell'articolo di E. Canetta viene analizzata la disciplina comunitaria in materia di rimpatrio dei migranti irregolari, nella prospettiva dell'adozione della nuova direttiva sulla materia, mentre quello di F. Vassallo Paleologo si occupa del controllo europeo dell'immigrazione irregolare alle frontiere marittime, spesso poco rispettoso dei diritti umani e del diritto internazionale. L'Osservatorio europeo contiene la proposta di direttiva europea contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'U.E., che tanto sta facendo discutere.
Insomma, in Italia come in Europa, sembra di scorgere una sostanziale uni-formità di approccio al fenomeno migratorio, innanzitutto sul piano del suo controllo e della repressione nei confronti di coloro che, impotenti ad agire di-versamente, trasgrediscono le regole normative date.
Sotto diverso profilo, relativo all'effettiva integrazione dei migranti nella so-cietà italiana, la Rivista propone un articolo di L. Ascanio, che tratta il tema dell'incidenza della preghiera islamica nel rapporto di lavoro, evidenziando alcune criticità e proponendo alcune soluzioni.
Il numero prosegue poi con l'usuale rassegna di giurisprudenza comunitaria ed italiana, nella quale si trovano interessanti schede di L. Miazzi M. Pastore e G. Perin (in famiglia) e di A. Cattaruzzi e D. Strazzari (in minori). Nella se-zione dei commenti giurisprudenziali, P. L. di Bari analizza criticamente una recente pronuncia della Corte di cassazione in tema di libertà/orientamento sessuale e rischio di persecuzione.
L'Osservatorio italiano è ricchissimo di documenti normativi e soprattutto di circolari ministeriali che stanno pian piano modificando la normativa in materia di condizione giuridica dello straniero, in collegamento con singoli provvedimenti legislativi (soprattutto di recepimento di direttive europee) ma anche, silenziosamente, in attesa della riforma organica del TU immigrazione.
Chiude il numero, come sempre, l'interessante rassegna di Recensioni e se-gnalazioni bibliografiche.