Presentazione
Il 2007 si chiude in Italia in un clima che, per quanto riguarda l'approccio al fenomeno dell'immigrazione, si è fortemente caratterizzato a livello sociale e massmediatico da incontrollate "campagne" di discriminazione se non di vero e proprio razzismo, soprattutto nei confronti dei nuovi cittadini comunitari ed in particolare dei Rom, e a livello politico da un incredibile ma oggettivo avvallo di tali comportamenti, tale da avere indotto il Governo ad emanare un decreto legge sulla sicurezza (DL 181/2007), con forti restrizioni dei diritti dei comuni-tari, sull'onda emotiva seguita ad un, sia pur gravissimo ed ingiustificabile, episodio di criminalità.
Legiferare su base emotiva o su una presunta emergenza è sempre pericolo-so, in tutte le "materie", perché così facendo si rischia di perdere per strada la funzione della legge che è, innanzitutto, quella di comporre, non già esaltare, la frattura tra le regole di convivenza della collettività e comportamenti individuali contrari ad esse. Lo è ancora di più quando oggetto della legge è la regolamentazione dello statuto giuridico della persona e l'individuazione di diritti, oltre che di doveri, attribuibili a soggetti che non hanno lo status civitatis nazio-nale.
Il decreto sicurezza n. 181 è stato abbandonato poco prima della sua conver-sione, ma avere perso di vista la funzione tipica della legge ha comportato, di fatto, aprire la strada a tutti quei tentativi che si sono andati via via configurando a livello amministrativo locale, finalizzati a restringere sempre più i diritti pur riconosciuti agli stranieri dal legislatore nazionale e prima ancora da quello comunitario. Un esempio per tutti: quello del Sindaco di Cittadella, che sulla scorta di una evocata, quanto indimostrata, emergenza da "invasione migratoria", ha ritenuto di potere modificare la disciplina in materia di iscrizione anagrafica di cittadini comunitari ed extracomunitari, sostituendosi al legislatore nazionale e con un effetto, voluto e perseguito, di impedire lo stanziamento nel territorio di stranieri non graditi. Altri sindaci del nord hanno seguito a ruota quello di Cittadella, intervenendo chi sull'ordinamento dello stato civile, chi sempre in materia anagrafica, chi, come il sindaco di Milano, negando l'iscrizione alle scuole materne ai piccoli stranieri con genitori privi di titolo di soggiorno, così negando il diritto fondamentale alla istruzione, garantito dalla nostra Costituzione a tutti minori.
Sulla questione interviene, in questo numero della Rivista, il commento di G., Campo, con originali spunti di riflessione, non solo giuridici.
Cercando, come sempre, di offrire un osservatorio reale ed effettivo sul fe-nomeno dell'immigrazione, la Rivista ospita in questo numero un'interessante ricognizione empirica delle cause di lavoro promosse, in alcuni tribunali, da la-voratori stranieri (introduzione di A. Caputo e articoli di F. Buffa, G. Campo, C. Ponterio e A. Terzi). Il quadro che ne esce è assai emblematico sia del trattamento del lavoratore migrante (peggiore rispetto a quella del lavoratore italiano), sia dell'intreccio tra precarizzazione dei migranti e tendenza alla generale precarizzazione dei diritti.
La parte dei commenti ospita, oltre a quello già citato relativo a Cittadella, le riflessioni di C. Favilli e G. Perin su alcune nuove questioni affrontate dalla giurisprudenza; la prima tratta della rilevanza dello jus superveniens (in parti-colare del d.lgs. 5/2007 di attuazione della direttiva comunitaria in materia di ricongiungimento familiare) sui rapporti giuridici non esauriti e della applicazione cd. verticale delle direttive prima del loro tempestivo recepimento. La seconda esamina, invece, la questione della disciplina applicabile ai coniugi stranieri di cittadini comunitari, alla luce della riforma attuata con il TU comunita-ri d.lgs. 30/2007.
Varie schede completano la raccolta di giurisprudenza, sottolineandone alcu-ni aspetti peculiari (N. Zorzella in espulsioni, M. Paggi in lavoro, L. Miazzi in minori, A. Caputo e C. Renoldi in penale).
Il numero è, infine, corredato dall'osservatorio europeo - con l'utilissima pa-noramica di ciò che avviene in ambito comunitario -, dall'osservatorio italiano - con sempre più abbondanza di documenti -, e con l'usuale rubrica delle re-censioni e segnalazioni bibliografiche, dalla quale emerge la sempre più ampia riflessione che si va facendo sul fenomeno migratorio, sotto tutti gli aspetti.