Tra le Costituzioni entrate in vigore nel secondo dopoguerra la Costituzione italiana merita sicuramente un giudizio positivo, soprattutto se si rapporta all’intensità e alle particolarità delle vicende che hanno attraversato la vita delle istituzioni repubblicane. Con la crisi degli anni novanta si è avviata una nuova fase di transizione costituzionale, le cui cause originarie vanno ricercate non certo nella vigenza della Costituzione attuale, ma nei fenomeni degenerativi della vita sociale sviluppatisi al di fuori del circuito perimetrato dai principi e dai valori costituzionali.
1. Abbiamo alle spalle venti mesi di guerra istituzionale, venti mesi in cui lo scontro tra la giustizia e la politica è stato molto forte. E, come se non bastasse, ci avviamo a una discussione sulle riforme istituzionali nella quale la giustizia sarà un elemento di discussione, temo di un ulteriore scontro. Infatti, la scorsa settimana è iniziata la discussione sulle riforme istituzionali e nei prossimi mesi seguirà il suo cammino.
In qualità di Presidente del Consiglio nazionale forense, organo di rappresentanza istituzionale dell’Avvocatura, intendo porgere un cordiale saluto e il sincero augurio che questo Congresso possa rappresentare un utile momento di confronto interno ma anche un valido contributo nell’interesse della giustizia. E' un indirizzo di saluto che non vuole essere meramente formale, poich il clima di tensioni che da tempo vive il Paese esclude le vane ritualità, ed esige invece assunzione di piene responsabilità.
E’ molto importante la presenza di poliziotti ai vostri lavori. Rappresento il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia, personalmente ho sempre condiviso i valori che voi avete cercato di portare avanti nell’ambito di una tradizione civile repubblicana della vostra missione.
Purtroppo dalla polizia non portiamo buone notizie, l’Istituzione sta attraversando una fase culturale molto delicata quello che senz’altro qualche relatore pi autorevole di me, in riferimento al Paese, ha definito “fase neoautoritaria”.
Una relazione congressuale deve essere un punto di partenza e non di arrivo, rappresentando sia il punto di approdo dell'elaborazione e della riflessione collettiva, sia uno stimolo di discussione per un congresso che vorrebbe ambiziosamente essere un laboratorio di idee ed un momento di incontro tra esperienze, professionalità e sensibilità diverse.
Sono molto lieto di portare il saluto del Csm e mio personale a questo congresso e ad una associazione come Magistratura democratica che viene da lontano e che ha sempre mostrato grande sensibilità ai problemi, correndo anche dei rischi. Ma la libertà impone di correre dei rischi; e dobbiamo correrli questi rischi.
Ho apprezzato molto la relazione di Claudio Castelli per una serie di spunti su cui è caduta la riflessione del Consiglio superiore della magistratura e su cui è intendimento di continuare a riflettere.